
Un fulmine a ciel sereno? Non proprio. Il pontile di Magadino, chiuso d’urgenza dall’Ufficio dei trasporti per motivi di sicurezza, era da tempo in condizioni precarie. A causare lo stop improvviso è stata l’usura delle cerniere che permettono il movimento del pontile e lo ancorano alla terraferma. Ma qui nasce la vera domanda: come si è arrivati a questo punto?
Secondo quanto dichiarato dalla società di Navigazione Luganese, il problema è alle cerniere poichè usurate e in arrivo a breve.
Già un anno fa sarebbe stato ordinato il loro ricambio. Eppure, nulla si è mosso. Interventi mai eseguiti, manutenzioni rimandate, promesse disattese: tutto mentre il pontile continuava a operare, accogliendo quotidianamente passeggeri e turisti.
La società di navigazione ha garantito la sicurezza? O forse sarebbe meglio chiedersi: qualcuno ha davvero vigilato? È lecito domandarsi se, negli ultimi mesi, non si sia corso un rischio eccessivo, se la sicurezza non sia stata affidata più alla fortuna che alla manutenzione. Cosa sarebbe potuto succedere in caso di cedimento? Per fortuna è intervenuta la confederella prima che fosse tardi.
Questa chiusura forzata non è solo un disagio per il traffico lacustre, è una ferita nella fiducia verso chi dovrebbe garantire la sicurezza delle nostre infrastrutture. La comunità e gli utenti chiedono risposte concrete, trasparenza e soprattutto tempi certi per il ripristino in sicurezza del pontile.
Nel frattempo, una certezza rimane: il tempo delle attese è finito. Ora servono responsabilità, interventi e una riflessione seria su come si possa arrivare a ignorare per mesi un problema noto, fino a sfiorare il peggio.
Marchetti F.