
Il prossimo 10 giugno il Popolo svizzero si esprimerà sull’iniziativa "Moneta intera". In concreto, l’iniziativa prevede la creazione di conti per il traffico dei pagamenti presso le banche commerciali, interamente finanziati con la moneta della banca centrale - da qui il concetto di "moneta intera".
Questi conti sarebbero integralmente protetti contro i rischi d’insolvenza e di una corsa agli sportelli. Visto che il monopolio della BNS sull’emissione di moneta sarebbe esteso all’intera moneta scritturale utilizzabile per i pagamenti, in questo sistema le banche commerciali non potrebbero più emettere alcun mezzo di pagamento in forma di moneta scritturale né finanziare la loro attività creditizia con la moneta scritturale.
I mezzi a tal fine necessari dovrebbero invece essere ricavati ricorrendo ai depositi di risparmio, ad esempio tramite il mercato dei capitali. L’introduzione di questa misura rappresenterebbe uno sconvolgimento totale della nostra politica monetaria: ad oggi nessun paese al mondo ha accettato di applicare questo sistema.
L’iniziativa "Moneta intera" non è nata da un movimento locale: dietro ad essa vi è l’Associazione Modernizzazione Monetaria (MoMo), che fa parte di un movimento internazionale più vasto, l’International Movement for Monetary Reform, che comprende organizzazioni simili in 25 Paesi.
Già da diversi anni questi comitati sono in cerca di una nazione che funga da cavia diventando terreno di sperimentazione per riforme non collaudate, con effetti ancora sconosciuti. Finora, in nessun Paese al mondo si è optato per validare una tale politica monetaria.
In Svizzera, però, gli iniziativisti hanno riconosciuto un’opportunità allettante: grazie ad un sistema di democrazia diretta ben funzionante e in particolare all’iniziativa popolare, essi sono riusciti a raccogliere le firme necessarie per sottoporre quest’ iniziativa al voto. Secondo gli iniziativisti, grazie a "moneta intera" tutto sarà perfetto: si parla di soldi "veri" protetti in caso di crisi, si eviterebbero le "corse agli sportelli" in caso di problemi, si accenna anche a una maggiore uguaglianza nel mercato dei crediti. Quel che a prima vista vien da pensare è: come abbiamo fatto a non pensarci prima? In realtà l’iniziativa è molto insidiosa, infatti molti parlamentari l’hanno descritta come un progetto puramente ideologico.
Accettandola, la Svizzera prenderebbe parte a un esperimento dalle conseguenze imprevedibili. Fortunatamente possiamo contare su una piazza finanziaria forte, stabile e sicura, sarebbe quindi ingenuo sconvolgere il nostro sistema per fungere da cavia a un esperimento altamente rischioso, che costerebbe caro a tutti noi.
L’iniziativa è stata fermamente respinta dal Parlamento e anche da quasi tutti i partiti politici, da sinistra a destra. Inoltre, anche la maggior parte degli ambienti economici e accademici si sono schierati contro l’iniziativa. Il lato sperimentale del sistema è stato uno delle principali ragioni del rifiuto: le conseguenze della moneta intera sono ignote e l’accettazione di questo sistema rappresenterebbe dunque un "salto nel vuoto" per il nostro paese e per tutti noi, non vogliamo che la Confederazione diventi una cavia da laboratorio!
Roberta Pantani, Consigliera nazionale
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