
Lunedì sera il Consiglio comunale di Lugano, oltre a ripetere lo sterile esercizio di approvazione del Preventivo 2011 e ad esaminare la storica variante sui beni culturali, si chinerà su un tema apparentemente poco interessante ma di portata strategica per il completamento di un ulteriore tassello della città, la cosiddetta porta nord. La costituzione dell’ente autonomo “Agenzia NQC” per la realizzazione del Piano regolatore intercomunale del Nuovo Quartiere di Cornaredo e l’allestimento del relativo mandato di prestazione 2012-2016. Divenuto vero e proprio pomo della discordia fra i partiti in realtà rappresenta una tessera senza la quale il mosaico lungamente pianificato rischia di arenarsi per anni in un guado limaccioso. Il progetto, nato all’inizio del 2000 con l’avvio dei lavori della galleria Vedeggio-Cassarate, si trova ormai alla sua 4° fase, la più delicata e decisiva, quella dell’attuazione definitiva del PR e dell’assestamento del piano viario. Conclusa la fase pianificatoria e di concertazione del “Tavolo NQC” ora occorre addentrarsi nella fase maggiormente operativa ed esecutiva. Il nuovo organismo creato, l’ente autonomo, serve proprio ad affrontare in modo interdisciplinare i progetti in cui non viene coinvolto un solo comune ma più enti pubblici, con rappresentanti sottoposti alle indicazioni degli esecutivi e un diretto controllo dei legislativi. I Comuni di Porza e Canobbio hanno già ratificato questa creatura e giustamente si chiedono cosa faccia Lugano. La città, o meglio il suo legislativo, prende tempo, nicchia e cincischia. La discussione si trascina, fra dubbi e perplessità, e dal piano tecnico si sposta su quello più argilloso delle ragioni politiche e dei suoi interessi. E intanto il tempo passa e tutto rimane fermo. C’è chi sostiene che la forma dell’Agenzia non va bene ed è poco rappresentativa. Se è questo il problema allarghiamola per una maggiore trasparenza ma non blocchiamo il treno in corsa! Non faremmo un buon servizio al cittadino che dai politici si aspetta responsabilità, lungimiranza, pragmatismo ed efficienza. L’ostilità di alcune forze a questa soluzione è assai incomprensibile e anche se l’Agenzia non dovesse costituire il toccasana a tutti i mali, si potrà migliorarla strada facendo, apportandovi man mano i correttivi necessari. Così è naturale che sia. Censurabile pure la scelta di mettere in causa con pretesti di forma e non di sostanza uno strumento più volte ratificato politicamente. Per il bene di tutti spero che il legislativo accolga questo importante messaggio in ottica futura e non si perda più tempo. Non possiamo permetterci di avere un territorio devastato all’uscita della galleria Vedeggio-Cassarate, senza alcuna specifica organizzazione e destinazione e senza un concetto chiaro, con problemi viari a non finire e un aspetto architettonico e paesaggistico multiforme e degradato. Per chi giunge dalla galleria l’uscita deve rappresentare il biglietto da visita della città e non la sua parte peggiore. Ne andrebbe della sua credibilità. Roberto Badaracco, Capogruppo PLR CC Lugano
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