Purtroppo, tra i maggiori problemi che sempre di più affliggono la popolazione giovane e adulta, un posto di rilievo lo occupano quelli legati alla salute mentale. Disturbi depressivi, d’ansia, esaurimenti – spesso gettati nel generico calderone dello “stress” – rappresentano una delle maggiori emergenze sociali di questo millennio, e la pandemia non ha fatto altro che acutizzare la problematica, rendendo sempre più evidenti i nefasti effetti di una vita eccessivamente frenetica e individualista.
Ciononostante, la psicoterapia rimane di difficile accesso a chi non possiede un’assicurazione malattia complementare senza ricorrere a passaggi intermedi di natura medica. È altresì difficile, spesso, trovare spazio da un qualsiasi studio psichiatrico che a loro volta spesso sono già saturi di appuntamenti. Questi aspetti, unitamente a una generale disinformazione e allo forte stigma verso chi ricorre a una terapia, contribuisce a generare paura di chiedere aiuto quando si ha bisogno. Si tratta di un problema che deve essere risolto, sia attraverso una maggiore informazione e prevenzione sul territorio, a partire dalle scuole e dai media da parte delle autorità competenti, sia potenziando tutte quelle strutture di prossimità che sono utili ad accogliere, avvicinare e aiutare persone che possono sentirsi appesantite dalla vita di tutti i giorni.
In tutti i centri del Cantone – Bellinzona inclusa – esiste un servizio psico-sociale che al suo interno ha psichiatri, psicologi, infermieri e assistenti sociali, rappresentando una fondamentale alternativa per chi, in una situazione di vita difficile, non può permettersi uno psicoterapeuta a proprie spese. Se si tratta di una importante risorsa, pubblica e accessibile, anche se poco conosciuta e valorizzata pubblicamente, per coloro che desiderano e hanno bisogno di intraprendere una strada per affrontare le proprie difficoltà. Le strutture in questione sono altamente utili e funzionali proprio per un intervento sociale di prossimità: i centri possono lavorare sul territorio con tutti gli attori professionali connessi tra loro, con la capacità di trovare le migliori soluzioni per le varie situazioni di difficoltà, e ancor prima essere accessibili e raggiungibili da chiunque ne abbia bisogno. Purtroppo però, questi servizi si trovano spesso confrontati con una carenza di personale che, oltre a concretizzarsi in attese talvolta troppo lunghe, rendono la presa a carico stressante per gli addetti ai lavori, che faticano nel dedicarsi pienamente a chi ne ha bisogno.
È quindi necessario potenziare i centri psicosociali nei centri come Bellinzona, aumentando il personale presente e valutando di integrare altre figure professionali come pedagogisti, educatori, ergoterapisti e via dicendo, unitamente ad altre figure recentemente istituite sul territorio come l’operatore sociale di prossimità, per migliorare la gestione delle problematiche sociali per tutte le generazioni presenti nella città.
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