Negli ultimi periodi abbiamo vissuto sulla nostra pelle (e nelle nostre tasche) quanto la politica ambientale e quella energetica siano interconnesse. La situazione internazionale ha portato agli onori della cronaca il problema dell’approvvigionamento energetico della Svizzera che si è manifestato, tra le altre cose, con un aumento dei prezzi che ha inciso non poco sul nostro potere d’acquisto. Bene ha fatto a ricordarlo nei recenti dibattiti il candidato al Consiglio degli Stati Alex Farinelli, che ha sottolineato l’importanza di un lavoro coordinato efficace tra Berna e i Cantoni in questo settore. In particolare per quanto concerne la produzione di energia rinnovabile nazionale, un tema che coinvolge, appunto, politica ambientale e politica energetica.
Sì, perché produrre un quantitativo maggiore di energia rinnovabile nazionale è un’esigenza comprovata. Complice tra le altre cose l’evoluzione della tecnologia, il nostro fabbisogno energetico è in continua crescita. Basti pensare che avremo necessità di produrre dal 30 al 50% in più di elettricitià entro il 2050 per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione della società e dell’economia. Un obiettivo che non potrà essere raggiunto senza considerevoli investimenti. In particolare concentrandosi su due settori: idroelettrico e fotovoltaico, che sono senza dubbio quelli con il maggiore potenziale. È ad esempio necessario vigilare – nell’ambito della pianificazione del territorio – a che gli impianti fotovoltaici possano essere installati più facilmente su infrastrutture esistenti (ripari fonici, tetti di parcheggi, ecc.) e sugli altri spazi liberi.
L’altro grande capitolo, che coinvolge in particolare il Ticino, è quello legato all’idroelettrico, con il Cantone che deve tornare ad essere proprietario delle sue acque e degli impianti più importanti sul territorio. Procedendo poi, come nel caso del Sambuco, a progetti di potenziamento che abbiano quale obiettivo una maggiore produzione di energia pulita indigena, garantendo al contempo investimenti importanti sul nostro territorio e maggiori garanzie dal profilo dell’approvvigionamento energetico, specie in periodi come quello invernale.
In questo contesto si inserisce un terzo tema fondamentale: la burocrazia per i progetti sostenibili va assolutamente ridotta. Soltanto in questo modo il nostro Paese saprà stimolare i necessari investimenti da parte dei privati nello sviluppo di infrastrutture per la produzione di energia pulita locale. E raggiungere al contempo gli importanti obiettivi di politica ambientale che si è posto. Senza ovviamente dimenticare la necessità di garantire alla popolazione energia sufficiente ad un costo ragionevole anche nei prossimi anni.
Omar Terraneo, granconsigliere Plr