
Franco Di Mare invitami a Uno Mattina se ne hai il coraggio. Le chiedo il diritto di risposta.
Lettera aperta a Franco di Mare, giornalista di RAI Unomattina.
Egregio signor Franco Di Mare,
Sono l’estensore dell’iniziativa costituzionale dell’Unione Democratica di Centro (il principale partito politico svizzero) denominata “Prima i nostri” e in questa veste la prego di darmi l’occasione di replicare alle gravi parole pronunciate a UNOMATTINA il 4 febbraio.Nel suo editoriale, lei ha paragonato quanto sta capitando nel Cantone Ticino a quanto capitò in Italia nel 1938 con la promulgazione delle leggi razziali, la cacciata dei bambini ebrei dalle scuole pubbliche e l’invito alla loro epurazione dei negozi e dalla pubblica via.Può immaginare che queste parole hanno provocato una viva e dolorosa reazione in tutta la Svizzera italiana, e credo che la RAI non dovrebbe diffondere l’odio fra Paesi vicini e amici come i nostri. L’Europa ha bisogno di armonia e non di nuove guerre nazionaliste.Innanzitutto il Ticino non ha mai ammucchiato ebrei a frustate calci e manganellate nei vagoni merci per spedirli nei forni crematori come avvenne in Italia, lasciando impuniti fino ad oggi gli esecutori materiali e i boia.Negli anni di quelle nefandezze, il Ticino stava dall’altra parte, dando rifugio moltissimi italiani in fuga, antifascisti e ebrei (e a qualche cialtrone), e fu proprio da un prato di Claro che decollò l’aeroplano di Giovanni Bassanesi per lanciare volantini antifascisti sopra i tetti di Milano.Può quindi capire che le sue parole provengono dal pulpito sbagliato e che i ticinesi non hanno bisogno di lezioni di né di antifascismo né di antirazzismo.Quando alla votazione popolare del 9 febbraio 2014 che ha limitato l’immigrazione della manodopera straniera a favore dei lavoratori che già risiedono in Svizzera e pagano le tasse, bisogna innanzitutto salutare il sistema democratico elvetico che chiede l’opinione del popolo su ogni tema importante.Questo sistema ha evitato l’emergere di quella casta politica parassitaria che una volta eletta fa quello che vuole (soprattutto i suoi interessi), che tanto affligge l’Italia.Non c’è nessun razzismo nell’evitare la lotta tra poveri, il dumping salariale tra i lavoratori e la sostituzione di massa della manodopera indigena con quella importata e malpagata.In Svizzera gli stranieri hanno un lavoro dignitoso e una casa dignitosa, non abbiamo barboni in strada e c’è poca criminalità.A Milano troviamo gli stranieri a lavare i vetri ai semafori, sui marciapiedi nei cartoni a rubarsi il pane con i poveri italiani e al Sud li vediamo raccogliere i pomodori a 3 Euro l’ora. Io credo che un Paese che tratta così gli stranieri sia molto più razzista della Svizzera, e che forse la vergogna delle leggi razziali del 1938 non è ancora stata sufficientemente metabolizzata.Poiché negli anni la Svizzera ha fatto tanto e solo del bene all’Italia, mentre ci l’Italia ha insegnato tante cose e tante cose abbiamo imparato, sono sicuro che non respingerà la mia offerta d’invito.Cordialmente
Dr. Avv. Tuto Rossi
Candidato UDC
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