Partito Comunista
Un NO convinto alla riforma pensionistica LPP 21!
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Redazione
4 mesi fa
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 Il Partito Comunista si schiera contro la riforma pensionistica LPP 21. Nonostante questa sia stata presentata come utile e necessaria per rafforzare il finanziamento del secondo pilastro, mantenere il livello delle rendite e migliorare la copertura assicurativa di chi lavora a tempo parziale o con un salario basso, è chiaro come in realtà le criticità – proprio per quei gruppi che i fautori della riforma dichiarano di voler tutelare – sarebbero molteplici.

Anzitutto, determinate categorie professionali sarebbero confrontate a un aumento delle deduzioni salariali. Secondo l'Unione Sindacale Svizzera (USS), soprattutto chi percepisce un salario medio-basso si troverà a pagare fino a Fr. 2’400.- in più all’anno. Di rimando, non aumenteranno i contributi versati: la fascia degli ultracinquantenni, se la riforma dovesse venir accettata alle urne, si troverebbe una volta in pensione a ricevere fino a Fr. 270.- al mese in meno, che equivalgono a una perdita di Fr. 3'200.- all’anno! Il sindacato VPOD, giustamente, così sintetizza: "pagare di più per ricevere di meno? No alla fregatura pensionistica LPP!"

In effetti, l’unico proposito che verrebbe rispettato in maniera sostanziale sarebbe quello del rafforzamento del finanziamento del secondo pilastro: ma è qualcosa di cui abbiamo veramente bisogno? Con delle casse pensioni che gestiscono nel complesso un patrimonio di 1'100 miliardi di franchi ed hanno accumulato più di 150 miliardi di franchi di riserve, risulta assurdo pretendere di derubare i lavoratori – fanno bene i sindacati a parlare di furto delle rendite – per andare ad alimentare fondi multimiliardari e azzardi manageriali.

Il Partito Comunista saluta quindi positivamente la rivendicazione dell'USS di stabilire una compensazione del rincaro sulle pensioni correnti: come comunisti già alcuni anni fa avevamo rivendicato un dispositivo con cui bloccare il rincaro anche attraverso l’adeguamento delle pensioni. Invitiamo quindi la popolazione a votare NO alla riforma della LPP il prossimo 22 settembre, e a scendere in piazza con il sindacato VPOD a Berna il 21 settembre (sono previsti treni speciali da diverse regioni del Paese).

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