Lea Ferrari
Un preventivo 2025 nel solco delle peggiori politiche europee
Redazione
2 mesi fa
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Il Partito Comunista si muove per attitudine nel solco dell’opposizione costruttiva. 

In questa legislatura  non c’è più stata apertura da quest’aula, ad esempio rispetto agli emendamenti puntuali,  esigui e ampiamente condivisibili che il nostro Partito ha portato nel dibattito del preventivo 2024. 

 A queste condizioni quindi la lotta cambia forma, più il Partito unico neoliberista, che non ammette né voci fuori dal coro né men che meno franchi tiratori, abbassa la posta – infierendo nella prosperità della società ticinese a corto e lungo termine - allora è parimente decisivo controbattere con iniziative audaci, altrettanto forti e nette per contrastare i danni clamorosi che in questi anni sono stati spacciati per necessari tagli secondo una non meglio precisata morale finanziaria. 

Fondamentalisti del freno al disavanzo, così potremmo definire i firmatari del rapporto di maggioranza. Coloro che sacrificano con cieca fede la scuola e i suoi allievi sull’altare del meno stato. 

In questa teocrazia conta di più il Dio Debito rispetto ai bisogni della popolazione, che non viene ascoltata anche se soffre il costo della vita, i premi di cassa malati, deve lasciare il Ticino per trovare lavoro o ricevere cure di qualità. 

Il Dio Debito ha cancellato in poco tempo il Canto Ticino plurale e democratico, basato sull’istruzione universale di Stefano Franscini. Disconosce le sue radici laiche e sociali, che hanno creato benessere in passato attraverso l’impiego nel servizio pubblico. Si nega allo stesso modo l’investimento negli anni recenti per interessanti politiche del trasporto pubblico ed energetiche. 

Fuor di metafora, il Partito Comunista non assiste inerme all’attacco in corso allo stato, in cui acriticamente si tornano ad applicare ricette la cui validità è scientificamente smentita dopo i risultati dell’austerity degli anni ’80 e ’90 come pure delle politiche europee più recenti. La congiuntura è bassa e subiamo gli effetti dell’economia in declino dei paesi confinanti, probabilmente la situazione non migliorerà nei prossimi tempi quindi servono interventi anticiclici e bisogna evitare di azzoppare ulteriormente il potenziale del Cantone. 

La scuola è da difendere per assicurare un futuro solido alle prossime generazioni, che con la loro intelligenza potranno creare benessere. Garantire un settore pubblico e parapubblico autorevole e competitivo che sappia trainare le aziende private. Senza la premessa di uno stato sociale forte, saremo trascinati nel vortice discendente della politica autodistruttiva dell’unione europea. 

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