Intervento odierno di Usman Baig alla conferenza stampa concernente la riforma III delle imprese.
La riforma III delle imprese si è resa necessaria su pressione dell’OCSE per far sì che la Svizzera elimini i privilegi fiscali a favore delle società Holding, che godono attualmente di un regime fiscale privilegiato nel nostro paese. Per evitare che tali società abbandonino il territorio elvetico si è deciso a livello federale di eliminare questa differenza tra società normali e Holding, abbassando di 3 punti percentuali l’aliquota di tutte le società e di introdurre nuove deduzioni fiscali.
In questo modo la Svizzera mantiene una forte attrattività fiscale per le società estere e per le Holding che potranno far valere una serie importanti di deduzioni supplementari dalla loro tassazione.
La Riforma dell’imposizione fiscale III delle imprese, se approvata dal popolo il prossimo 12 febbraio, avrà importanti conseguenze economiche per i comuni, in particolare sulle possibilità di offrire i servizi di cui la popolazione ha bisogno: basti pensare che la sola Città di Zurigo avrà un ammanco complessivo di circa mezzo miliardo di entrate fiscali. Invece per la città di Lugano l’ammanco potrà superare i 20 milioni. Per questo motivo praticamente tutti gli esecutivi dei grossi centri svizzeri, indipendentemente dal colore politico, si sono schierati contro questa riforma. Solamente per quanto riguarda i Cantoni la Confederazione ha previsto delle compensazioni.
I Verdi del Ticino respingono questa riforma perché mette in competizione i cittadini contribuenti che dovranno compensare le perdite fiscali causate dalla massiccia riduzione del gettito delle imprese.
La riforma III mette sotto pressione anche il territorio, in quanto si continuerà ad attrarre aziende che consumano molto territorio e risorse e che puntano solo al profitto nell’immediato, senza visione a lungo termine.
Eticamente non risulta corretto battersi per mantenere le tassazioni delle Holding in Svizzera, così facendo si privano i paesi in via di sviluppo della minima contropartita delle risorse consumante sul loro territorio. I Verdi del Ticino sono a favore di una politica fiscale equa e sostenibile che non incoraggi le multinazionali a spostare in Svizzera i profitti realizzati nei paesi in sviluppo.
Per i Verdi è fondamentale sviluppare una visione più a lungo termine della società. Per uscire dalla crisi del mercato del lavoro è indispensabile pensare e progettare un modello di sviluppo diverso, adottare misure di natura fiscale; in particolare istituire incentivi fiscali positivi e prelevare sul consumo delle risorse naturali un'imposta di incentivazione a destinazione vincolata o senza incidenza sul bilancio.
Usman Baig, Co-coordinatore I Verdi
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