«Un contratto come un altro, uno scambio di volontà tra le parti». Sì ma, quali volontà e quali parti? Ormai abbiamo capito. Le penose argomentazioni dei vertici di Ticino Manufacturing e del fantomatico e “farlocco” sindacato Ti$in per giustificare “un vero e proprio raggiro, una porcheria” sono chiarissime. Che possiamo così sintetizzare: “A noi non ce ne frega niente della volontà del popolo (della volontà “da la gent”, come leggiamo sempre sul Mattino di via Monte Boglia, pure sede del sindacato Ti$in), che in votazione popolare nel giugno 2015 aveva approvato l’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino”. A noi il salario minimo, come misura del resto ancora insufficiente per dare dignità a tutti i salari in Ticino, non ci sta bene. E faremo di tutto per bypassarlo”.
Come? Nando Ceruso, ex-sindacalista, Boris Bignasca e Sabrina Aldi (entrambi ai vertici del gruppo della Lega in Gran Consiglio) hanno pensato bene di inventarsi uno p$eudo $indacato, di cui ancora oggi non si sa bene che ruolo abbia avuto nell’allestire e firmare un Contratto collettivo di lavoro con salari sotto il minimo legale. E non si sa bene nemmeno quale sia il numero di membri, con quali risorse operi (risorse tra l’altro versate a Ti$in direttamente dal datore di lavoro, sic!). Che la dice lunga sulla sbandierata indipendenza di Ti$in più che altro impegnato a difendere gli interessi dei datori di lavoro. Ciò che ci fa dubitare fortemente della sua legittimità a proporre e firmare un contratto collettivo di lavoro. “Dare forza contrattuale ai dipendenti” aveva detto il presidente Nando Ceruso. Quale forza? È stato un aut-aut, alla presenza dei “padroni”. Prendere o lasciare!
Così fan tutte... E si è anche stizzito, il presidente Ceruso, per la reazione indignata dei sindacati storici: “In passato anche loro hanno firmato un sacco di contratti con salari inferiori all’attuale salario minimo legale”. In passato, magari! Ma dal momento in cui le soglie dei salari minimi legali sono state definite, tutti sono stati adattati di conseguenza. Con le derive incoraggiate o addirittura proposte dal “sindacato” Ti$in però, sarà più difficile in futuro garantire a tutti i lavoratori un salario dignitoso!
Perché qui si è scientemente deciso di sfruttare, a posteriori, la possibilità (scellerata, bisogna ammetterlo) di derogare al salario minimo per i CCL in essere non ancora conformi. Che è – come detto, e con buona pace di Nando Ceruso e Costantino Delogu – un vero e proprio raggiro, a scapito di tutti i lavoratori, non solo di quelli coinvolti in questo imbroglio! L’USS-Ticino e Moesa saluta positivamente le prime reazioni seguite alla denuncia dei sindacati. Ma ancora assolutamente non basta. Occorre trovare rapidamente una soluzione per impedire che i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici siano calpestati come accaduto in queste settimane. Occorre insomma difendere la dignità del lavoro, ancora una volta attaccata nel nostro povero “Tesin” ...
Per l’USS-Ticino e Moesa
Renato Minoli
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