CANOTTAGGIO
Agli Europei U23 di Hazewinkel tre medaglie per la Svizzera
Aurelia Maxima Janzen in piena azione.
Aurelia Maxima Janzen in piena azione.
Americo Bottani
2 anni fa
Aurelia Maxima Janzen sul tetto d’Europa nel singolo. Quinto rango per il doppio della ceresiana Olivia Negrinotti e della romanda Thalia Ahumada.

Nove equipaggi al via, 7 qualificati per la finale A, 2 nella B, tre medaglie: una d’oro con la singolista della SCCM Aurelia Maxima Janzen, una d’argento con il 4 di coppia pesi leggeri di Tommaso Fassone, Dorian Rosenberg, Cedric Payer e Tobias Fürholz ed una di bronzo per merito del due senza femminile di Olivia Roth e Seraina Fürholz, è il lusinghiero bilancio della delegazione svizzera presente sul bacino belga di Hazewinkel.

Che dire della Janzen? Osservare lo scorrimento della sua barca lungo il percorso, senza tentennamenti, con le sue ormai abituali pale vecchia maniera del tipo “Macon” e con ritmi, more solito, decisamente sotto la media. È solo un piacere per gli occhi vederla regattare, non solo per gli amanti del canottaggio. Anche nella finale odierna la Janzen non ha lasciato scampo alle avversarie che hanno dovuto concedere distacchi abissali. Basti pensare che la seconda classificata, la ceca Anna Santruckova, che non è certamente l’ultima arrivata – quest’anno ha gareggiato costantemente nella categoria superiore – ha concluso la prova a quasi 4”, 3”64 per la precisione. Medaglia di bronzo per l’ucraina Daria Stavynaga, staccata di oltre 11”.

Inattesa, quanto meritata la medaglia d’argento ottenuta dal 4 di coppia pesi leggeri di Tommaso Fassone e compagni al termine di una gara dominata dall’armo italiano. Il “bronzo” è andato alla Germania che, proprio nell’ultimo tratto della gara ha cercato – invano – di superare l’armo rossocrociato.

Lo stesso si potrebbe dire per il due senza femminile con la Roth e la Fürholz. La formazione zurighese, per nulla intimorita dall’agguerrita concorrenza, ha saputo tener testa a Grecia (oro) e Ucraina (argento), tra le favorite della vigilia. Alle spalle delle rossocrociate troviamo, nell’ordine, Grecia e Danimarca

La sorpresa – questa volta in negativo – è giunta dal singolo maschile “leggero”. Gian Struzina che aveva raggiunto la finale maggiore in forma diretta per aver vinto la propria eliminatoria non ha saputo ripetersi nell’atto conclusivo. Primo al passaggio dei 500 metri, secondo ai 1000 e 1500, l’atleta in forza al SC Zugo, ha avuto un crollo – inspiegabile – nell’ultimo tratto di gara, ciò che ha favorito il ritorno dell’irlandese Petros Purdy, riemerso dalle retrovie. Un quinto posto che lascia l’amaro in bocca per come si è sviluppata la gara. L’oro è andato al greco Gkaidatzis e il bronzo al regolare slovacco Peter Strecansky.

Non è arrivata l’auspicata medaglia per il doppio femminile con la ceresiana Olivia Negrinotti e la romanda Thalia Haumada. La finale è stata caratterizzata dalla lotta fra Romania, Gran Bretagna e Grecia per le prime posizioni, che si sono alternate in continuazione per un posto sul podio, tuttavia già ben definito da metà percorso con la Grecia che va a prendersi la medaglia d’oro, seguita, nell’ordine, da Romania – grande favorita – e Gran Bretagna. Le rossocrociate hanno concluso la prova in quinta posizione, precedute dal Belgio. Solo seste le azzurre.

Così gli altri svizzeri: 4° rango per il singolista Bojan Feuffurth; 5° rango per il doppio “leggero” femminile di Marion Heiniger e Margaux Oural. Primo rango nella finale B (7° assoluto) per il doppio maschile di Yannick Raschle e Shmall Suero Santana; sempre nella finale B, 5° rango (11° assoluto) per la singolista “leggera” Aline Schwyzer.

I tag di questo articolo