"Pensavo fosse la figlia di Fantozzi, Mariangela. Non sapevo si trattasse di un’ebrea deportata". Così si sarebbe giustificato un tifoso della Lazio, fermato in seguito al triste episodio dello scorso ottobre, quando, in occasione della partita Lazio-Cagliari, alcuni ultras biancocelesti tappezzarono la Curva Sud dello stadio Olimpico di adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma.

Gli interrogatori da parte della Procura di Roma nei confronti di 14 tifosi biancocelesti, accusati di incitamento all’odio razziale, si sono svolti ieri. E alcune risposte hanno letteralmente lasciato allibito il pm che sta conducendo l'inchiesta. "Pensavo fosse una bambina comune" ha detto un ragazzo, mentre un altro ha fatto l'infelice scambio con la figlia di Fantozzi. "Ma lei sta scherzando?" ha tuonato il pubblico ministero nei confronti del giovane.

Ora la Magistratura deve verificare l'effettiva consapevolezza dell'intento denigratorio degli adesivi. Secondo i tifosi biancocelesti non c'era "nessun intento denigratorio o discriminatorio", ma si trattava solo una goliardata tra tifoserie. Possibile che, nel 2018, ci sia qualcuno capace di confondere il viso di una bambina morta in un campo di concentramento, diventata in tutto il mondo un simbolo della Shoah per il suo straziante diario di prigionia?

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