
Annunciato il 20 marzo, Giuseppe ‘Beppe’ Sannino è il nuovo allenatore del Bellinzona. L’ex tecnico del Paradiso coglie l’esperienza granata come una sfida per risollevare la società dalla situazione difficile: “Allenare in Challenge League e poi una piazza come Bellinzona penso che sia importante per un allenatore”, sostiene Sannino. “Nonostante la mia veneranda età, io voglio restare su un campo da calcio e allenare una squadra con una società e una tradizione importante come quella di Bellinzona. Io non sono un mago, ma qui tutti devono capire la situazione: non è facile. C’è bisogno di tutti”, afferma il nuovo tecnico granata.
Cambiare la rotta
Una situazione, quella di Bellinzona, che vede la squadra terz’ultima in classifica dopo la penalizzazione dello Sciaffusa. Un ruolino di marcia che rischia di compromettere la stagione del club, perché lo spauracchio della retrocessione è dietro l’angolo. Sannino ne è consapevole e avverte i giocatori: “Ora c’è stata la sentenza dello Sciaffusa, ma io guardo la realtà: i fatti dicono che siamo ultimi. Dobbiamo giocarci questo minitorneo di tre squadre di cui due restano in questa categoria e una va giù. Bisogna essere consci e seri e far capire ai ragazzi della situazione non semplice. Il Bellinzona aveva fatto qualche risultato, ma era ad inizio campionato. Ora, nelle ultime 17 partite si ha vinto solo due volte. Questo è un problema serio. Il mio compito è di far capire qual è la situazione”, dichiara ai microfoni di Ticinonews Sport Beppe Sannino.
Problemi difensivi e offensivi
“Sono ragazzi con buone qualità, ma in una situazione del genere devono dare qualcosina in più”, dice Sannino sulla sua squadra. Organico che ha bisogno un cambio di rotta sia in termini difensivi che in termini di prolificità sottoporta: “La squadra non è divisa in compartimenti, è un gruppo solido che si muove sul campo. I difensori e gli attaccanti devono giocare insieme, dove l’importante è non prendere gol. Siamo una delle peggiori difese del campionato e uno dei peggiori attacchi: questi sono i dati. Abbiamo 10 partite per cercare di venirne fuori”, dichiara l’ex tecnico del Paradiso.
Sui tifosi e su Bentancur
Un appello, quasi, quello di Sannino ai tifosi. La promozione non deve neanche essere presa in considerazione, ma bisogna prima risolvere i problemi del presente per chi c’è sempre, ovvero i tifosi: “Promozione? Non possiamo guardare cose che non sono reali. Quando ho deciso di venire qua, sono andato a vedere un po’ di cose. Io credo che se non si va diretti al problema, si rischia di morire con gli occhi aperti. Dobbiamo togliere l’io da noi stessi e mettersi a disposizione degli altri. Se si retrocede, in primis è la società a risentirne, poi i tifosi che resteranno sempre. I giocatori vanno e vengono, ma la società e i tifosi no”. Società citata da Sannino accennando anche a Pablo Bentancur: “È sicuramente una persona di cuore. La sua generosità è forse fin troppa. In certe situazioni bisognerebbe un attimo chiudersi più in sé stessi come club e capire perché si è arrivati a questo punto”, afferma.
La filosofia di Sannino
Beppe Sannino ha dunque l’obiettivo di risolvere i problemi attuali della formazione granata passando soprattutto dal lavoro e dal sudore: “I protagonisti in positivo e in negativo sono sempre i calciatori. Sono loro che determinano le sorti di un campionato o di una società. La bellezza di questo sport è che tantissimi ragazzi vorrebbero svolgere il calciatore come lavoro. Io devo fare capire questo ai miei giocatori. Capisco anche le loro problematiche e il mio compito è aiutarli. È giusto accarezzarli, ma ogni tanto bisogna fare capire loro che si è cresciuti e che viviamo in un momento particolare. Non so in che modo, ma bisogna far punti. Far punti vuol dire soffrire, soffrire vuol dire lavorare. Questo è il calcio”, conclude Sannino.