
Gli entusiasmanti Giochi Olimpici di Parigi volgono al termine. Si è infatti conclusa pochi istanti fa l’ultima gara in programma, la finale di pallacanestro femminile fra Francia e Stati Uniti, vinta da quest’ultima. Swiss Olympic trae un bilancio positivo dalle prestazioni degli atleti svizzeri. Con otto medaglie (una d'oro, due d'argento e cinque di bronzo), "l'obiettivo minimo è stato raggiunto". Tuttavia, le nove quarte posizioni lasciano un sapore amaro. Alle 21 avrà luogo la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, a portare la bandiera svizzera e guidare la delegazione elvetica ci saranno gli atleti Julie Derron e Roman Mityukov.

Il medagliere svizzero
Gli atleti svizzeri portano a casa otto medaglie: una d'oro, due d'argento e cinque di bronzo. Nello specifico, l’unico oro elvetico è stato conquistato da Chiara Leone nella carabina 50 metri tre posizioni. I due argenti da Julie Derron nel triathlon e da Steve Guerdat nell'equitazione. Per quanto riguarda le medaglie di bronzo, sono riusciti a mettersele al collo Audrey Gogniat (carabina ad aria compressa da 10 metri), Roman Mityukov (nuoto 200 metri dorso), Roman Röösli e Andrin Gulich (canottaggio due senza), Zoé Claessens (BMX Racing) e infine Tanja Hüberli e Nina Brunner (beach volley femminile).

Un risultato complessivo solido
Il Capo Missione elvetico, Ralph Stöckli, aveva già avvertito da tempo che le 13 medaglie di Tokyo 2021 (3-4-6) non potevano essere considerate come parametro di riferimento: "Abbiamo ottenuto nove medaglie negli ultimi campionati mondiali nelle discipline olimpiche", ha ricordato il sangallese. "Siamo più o meno allo stesso livello. Queste otto medaglie rappresentano un risultato complessivo solido", ha proseguito l'ex-curler domenica durante la conferenza stampa di bilancio di Swiss Olympic.

Si può fare meglio?
Tuttavia, le quarte posizioni accumulate dal 27 luglio fanno pensare che ci fosse la possibilità di fare meglio. Certo, per Annik Kälin, quarta nel eptathlon, per il quattro di coppia femminile nel canottaggio o per la velista Maud Jayet, quarta nella categoria ILCA 6, questo piazzamento rappresenta una fonte di soddisfazione. "Annik Kälin ha realizzato una prestazione eccezionale", ha voluto sottolineare Ralph Stöckli a proposito della grigionese, che ha migliorato il suo record svizzero nell'eptathlon allo Stade de France. "Le quarte posizioni di Angelica Moser, Simon Ehammer e Noè Ponti hanno anch'esse un grande valore in discipline universali come l'atletica e il nuoto." Tuttavia, è difficile non considerare le dichiarazioni del sangallese in modo critico. Angelica Moser, quarta nel salto con l'asta, Simon Ehammer, quarto nel salto in lungo, e Noè Ponti, quarto nei 100 m farfalla, facevano tutti parte dei tre migliori atleti mondiali dell'anno nel momento in cui sono arrivati nella Ville Lumière. Così come per il due di coppia pesi leggeri Ahumada/Schäuble, la quarta posizione rappresenta un fallimento, seppur relativo.
La "formula magica"
Alla fine, il cavaliere di salto ostacoli Steve Guerdat, argento individuale, il nuotatore Roman Mityukov, bronzo nei 200 m dorso, e la specialista di BMX Racing Zoé Claessens sono gli unici medagliati che hanno risposto alle aspettative. "Abbiamo bisogno di tre atleti con un potenziale da medaglia per vincerne una", ha ricordato Ralph Stöckli, apostolo di questa "formula magica". "Ciò dimostra quanto sia estremamente difficile raggiungere il massimo livello sulla scena olimpica. Non sempre sono i migliori o gli atleti più noti a vincere medaglie", ha sottolineato. "Un quarto posto costituisce sempre una delusione. Ma sono convinto che rappresenti anche una fonte di motivazione per il futuro", ha assicurato. Designato portabandiera della cerimonia di chiusura insieme alla vice-campionessa olimpica di triathlon Julie Derron, Roman Mityukov ne è il miglior esempio. Le sue tre quarte posizioni accumulate durante i Campionati Europei 2022 sono state seguite da due medaglie mondiali nei 200 m dorso (bronzo nel 2023, argento nel 2024) e poi da un podio olimpico.
Sfruttare le sinergie
"Un lavoro immenso si nasconde dietro ogni podio, un lavoro quotidiano instancabile. Abbiamo bisogno anche di un po' di fortuna", ha spiegato ancora Ralph Stöckli. "Ma esiste il potenziale per fare ancora meglio. Dobbiamo lavorare sui dettagli. Ci sono diverse misure da adottare nel campo della ricerca", ha accennato. "Abbiamo bisogno di trovare le competenze e le conoscenze in questo ambito", ha proseguito Ralph Stöckli. "La Svizzera è leader nei settori della ricerca e dell'innovazione. Dobbiamo integrare ancora meglio queste conoscenze nello sport d'élite, sfruttando anche le sinergie con l'economia per sviluppare ancora meglio lo sport ai massimi livelli."