Hockey
Controlli d'identità alla pista, Aeschlimann: "meglio misure mirate"
©Gabriele Putzu
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Redazione
5 ore fa
Secondo il manager bianconero la misura che sarà implementata questa sera a Friborgo è occasionale; per arginare il fenomeno del tifo violento si dovrebbe puntare di più su coordinazione con le forze dell'ordine e misure mirate verso chi commette infrazioni.

I tifosi luganesi che si recheranno questa sera a Friborgo dovranno presentare un documento d'identità per assistere alla partita dal settore ospiti. Secondo Jean-Jacques Aeschlimann, Chief Operating Officer dell'HCL la misura è principalmente preventiva: "i tifosi sono informati di questo modello a cascata, sanno che le pene aumentano a seconda di quello che succede, quindi è anche nel loro interesse comportarsi in modo corretto". Ticinonews ha incontrato Aeschlimann per raccogliere la sua opinione su una misura che concerne "un evento sportivo, in cui la violenza non ha nessun posto". 

Controlli d'identità: "ci affidiamo al buon senso delle persone"

Il caso di questa sera è "particolare" secondo il manager bianconero: "il lavoro in più è attribuito al Friborgo, non a noi. Sono loro a dover implementare questo doppio servizio, e quindi anche a subirne probabilmente i costi. Il Friborgo ha avuto una sorta di punizione anche se non centra niente". Aeschlimann ritiene che la misura sia probabilmente legata al caso specifico, ma che la sua durata dipenda anche dal comportamento dei tifosi, "sia i nostri stasera che quelli che vengono alla Corner Arena. Se una tifoseria venisse punita allo stesso modo, noi come Lugano su ordine della Lega dovremmo avere questo sistema di controllo". Il messaggio è chiaro: "ci affidiamo al buon senso delle persone che vengono alla pista per il bene di tutti".  

"Coordinazione e misure mirate verso chi commette infrazioni"

Un altro aspetto importante, secondo Aeschlimann, è la coordinazione tra sicurezza all'interno e forze dell'ordine all'esterno della pista: "devono entrare in gioco le due parti. Per esempio, nel caso di una partita in cui vengono effettuati controlli d'identità, una cinquantina di tifosi potrebbero venire alla pista ma stare fuori, ciò che sarebbe un problema delle forze dell'ordine". È proprio all'esterno della pista che si concentrano gli episodi di violenza accaduti negli ultimi anni: "all'interno della pista abbiamo avuto qualche episodio ma si parla di un caso ogni 5-6 stagioni, mentre fuori la situazione è molto più complessa". In questo senso il biglietto nominativo non costituirebbe una soluzione: "la miglior cosa da fare è facilitare la possibilità delle autorità di colpire gli autori delle infrazioni, e non generalizzare il problema". Ciò va fatto "coordinandosi, con chi ha accesso alla videosorveglianza per esempio. Per il Lugano questo funziona, riusciamo a prendere le nostre misure amministrative. Come nel privato, a casa, ho diritto a rifiutare l'entrata a chi voglio". 

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