Georgios Koutsias, attaccante greco classe 2004. È appena approdato al Lugano dai Chicago Fire con l'obiettivo di giocare di più e portare sulle rive del Ceresio il titolo tanto atteso. La punta è stata intervistata da Ticinonews Sport e si è raccontata a 360°: "Sono a Lugano perché voglio aiutare la squadra e me stesso", afferma Koutsias. "Vorrei dare una mano alla squadra e ai miei compagni. Dentro e fuori dal campo. Sono qui perché voglio raggiungere i nostri obiettivi e vincere titoli".
L'amore per il calcio
Come molti ragazzini, Koutsias ha voluto seguire quello che il suo cuore gli diceva, ovvero intraprendere la carriera da calciatore. Una passione trasmessa dal padre: "Ho scoperto il calcio grazie a mio padre. Mi ha portato a giocare quando avevo 4 anni e mi è piaciuto immediatamente. Da quel giorno è diventato un’ossessione, un sogno, e ho voluto continuare a giocare. La mia squadra preferita era ed è ancora il Barcellona. Mio padre mi faceva vedere dei video e mi è piaciuto il loro metodo di lavoro, come approcciavano le partite… Mettevano sempre la maglia nei pantaloncini, lo faccio anch’io, l’ho copiato da loro. Il mio idolo invece era Cristiano Ronaldo. È strano, ma giochiamo nello stesso ruolo. È un giocatore eccezionale, mi piace il suo modo di lavorare. Ha una gran forza mentale, che provo ad imitare perché è uno dei migliori", dichiara il giovane attaccante.
La Grecia campione e il sogno Nazionale
Nato nel 2004, Koutsias non ha potuto assaporare una delle imprese più importanti della storia del calcio. Nel 2004, infatti, la Grecia trionfava all'Europeo, ma Koutsias era nato da poco: "Sono sfortunato, sono del 2004 e non ho visto la Grecia vincere l’Europeo. Quella squadra aveva giocatori fortissimi. Vestire la maglia della Nazionale maggiore è un mio sogno. Lavoro ogni giorno per raggiungere questo traguardo. Dal 2004 la Grecia punta sempre ad andare lontano nelle grandi competizioni, ci mettiamo tutto il nostro cuore. Se l’abbiamo fatto una volta, lo possiamo ripetere. Avevo 15 anni quando ho indossato la maglia della Nazionale per la prima volta nella U15, un’emozione incredibile", sottolinea il calciatore greco.
L'inizio di carriera a Salonicco
Georgios è nato a Salonicco e la sua prima opportunità sull'erba verde di un campo da calcio l'ha avuta con la squadra locale: il PAOK: "A 8 anni mio padre mi ha portato a fare un provino a Salonicco. Mi hanno osservato e sono entrato nel settore giovanile del PAOK. Per diversi anni è stato difficile per me e mio padre, perché facevamo tanti viaggi in auto. Vivevamo lontano dai campi d’allenamento. Per 4 anni facevamo andata e ritorno, poi sono entrato nel convitto del PAOK. A 16 anni ho iniziato a far parte della prima squadra; quindi, da lì la situazione si è facilitata. Ho giocato nel PAOK per 10 anni. È una squadra che fa parte di me".
Il debutto
Un debutto, quello di Koutsias, che è capitato nel periodo nero della pandemia. Un'emozione che rimane comunque iscritta nel cuore del calciatore. "Per il mio debutto da professionista nel PAOK ho provato sentimenti contrastanti. Lo stadio era vuoto, eravamo in pieno periodo COVID. Non c’era tifo, ma mi sono sentito molto bene", afferma Koutsias. E aggiunge: "Il debutto è un momento particolare. Ero molto giovane, volevo giocare ed impormi in prima squadra, ma dopo poche partite l’allenatore è stato esonerato. Il suo successore mi ha dato meno spazio. Ho giocato tanto con la seconda squadra in Serie B. È stato importante per il mio sviluppo. L’anno successivo mi sono fatto prestare al Volos e là ho fatto passi in avanti". E ancora: "Quando sei giovane, conta solo il gruppo. Vuoi solo vincere trofei per la squadra. Se disputi solo 5 minuti non importa. È stato bellissimo vincere dei titoli. Non voglio farlo solo con il PAOK, ma anche qui a Lugano".
L'approdo negli Stati Uniti
Dopo l'avventura greca, Georgios Koutsias è stato ceduto ai Chicago Fire, dove ha potuto aggiungere un importante tassello nel suo bagaglio d'esperienza. "Dopo è arrivato il Chicago Fire, era un’ottima opzione. Avevo altre opportunità, ma il PAOK ha deciso di vendermi a loro e quindi ho lasciato l’Europa per gli USA. Il primo mese è stato molto difficile per me. Mi mancavano i miei genitori, la cosa più importante. La lingua invece non è stato un fattore determinante. Sapevo che avrei imparato in fretta l’inglese. Ho potuto integrarmi e trovare amici a Chicago. Le infrastrutture erano migliori rispetto a quelle greche e lo stadio era molto grande. Contro l’Inter Miami c’erano 65'000 spettatori, è stato incredibile. A fine partita ho chiesto la maglia a Jordi Alba. È stato divertente affrontare quei giocatori, perché sono stati i migliori al mondo. È stato anche bello segnare contro di loro", dice Koutsias.
Dagli USA a Lugano
Nella sessione invernale Koutsias arriva al Lugano. Il greco, con la maglia bianconera, ha le idee in chiaro: vuole vincere il titolo e arrivare più avanti possibile nelle coppe. "Volevo giocare in Europa e venire a Lugano è stata una mia scelta. Ho detto che volevo militare in una squadra dove avrei avuto l’opportunità di fare esperienza. Voglio giocare più minuti, più partite. Voglio essere importante per il club. Sono venuto qui perché la squadra è forte, è prima in campionato. Fa parte delle compagini più forti della Conference League ed è ai quarti di finale di Coppa". La scelta di Koutsias è stata anche agevolata dalla filosofia di Mattia Croci-Torti: "Ho parlato con Croci-Torti, Da Silva e Pelzer 2-3 mesi fa. Discutevamo del mio potenziale arrivo a Lugano. Il mister mi ha detto ‘se ti alleni bene e fai quello che voglio sul campo, giocherai’. Questo è il mio obiettivo, perché non deve scendere in campo chi costa di più, bensì chi fa bene. La filosofia di Croci-Torti mi è piaciuta subito. Per questo do il 100% sia in partita che in allenamento". E ancora: "Ho un anno di contratto qui, voglio giocare e vedere la squadra conquistare il titolo. So che ce la possiamo fare. Voglio aiutare quanto posso. Sono qui per diventare campione e andare lontano nelle coppe", conclude il centravanti greco.