Roberto Chiappa non si smentisce: “Il gioco per costruire e per vincere”. Una filosofia calcistica che ha sempre portato avanti con vigore, coraggio e non ha mai smesso di seguire nemmeno nei momenti più difficili della sua carriera.
E domenica scorsa, nell’atteso esordio sulla panchina del Locarno, ha trovato una squadra pronta a seguirlo e ad applicare il suo credo tecnico-tattico. Il 2-2 contro la capolista Winterthur è un buon inizio.
Mister: buona la prima.
"Sono contento. Il gruppo ha saputo rispondere al cambiamento di tecnico nel modo che io avevo auspicato e cioè con il gioco, con un atteggiamento propositivo e non distruttivo. Questa è una squadra che dei valori e la partita contro il Winterthur lo ha dimostrato. Adesso ci vuole continuità di risultati per allontanarci dalle zone calde della classifica."
Da De Marchi a Chiappa. Cos’è cambiato?
"Non giudico mai il lavoro di chi mi ha preceduto. Di certo, questo Locarno se prova a “ giocare” può ambire ad una posizione d’alto bordo. Se invece rinuncia ad un ruolo di protagonista sul campo per dar spazio alla speculazione tattica, allora farà fatica…"
Come si fa a mutare un quadro tecnico negativo?
"Cercando di coinvolgere tutti i giocatori, di stimolarli e di farli sentire importanti. Durante la partita contro gli zurighesi, ho fatto annotare a coloro che stavano in panchina i dati statistici che emergevano dal campo: dai passaggi giusti a quelli sbagliati, dai tiri alle situazioni di offisde…. Cifre o numeri poi da discutere in settimana."
Il suo arrivo ha portato un entusiasmo che sembrava ormai sparito a Locarno.
"E ciò mi ha fatto piacere. Qui al Lido ormai sono di casa. Non conto più le volte che mi sono seduto sulla panchina del club. Adesso però dobbiamo pensare a risalire. Ne abbiamo i mezzi tecnici, la qualità e i giocatori mi hanno fatto capire di averne tanta voglia."
Lei ha un contratto sino a dicembre. E dopo?
"E presto per parlarne anche se io sono stato chiaro con il presidente Nicora: fungerò da traghettatore e poi lascerò il timone a qualcun altro. Davanti a tutto ci sono i miei impegni professionali."
E se le cose dovessero andare bene?
"Nella vita non si può mai dire, anche se penso sarà difficile che io resti."
In 12 mesi il Locarno ha cambiato ben cinque allenatori.
"Tanti, troppi. Per i giocatori una situazione che provoca confusione e incertezze. A Locarno, e ciò è sicuro, in questo momento ci vuole tranquillità e continuità."
Che peso dare infine alle voci secondo cui il club verserebbe in cattive acque dal profilo economico?
"In questi giorni mi sono concentrato unicamente sulla squadra. Mi auguro comunque che il Locarno riesca a trovare una solidità economica e sportiva."
MAURO ANTONINI
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