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Martino Borghese e quel sogno nato al Genoa
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Samuele Quadri
2 anni fa
Il Genoa ha appena ottenuto la promozione in Serie A, mentre gli acerrimi rivali della Samp hanno subito la sorte inversa. Martino Borghese, difensore dell'FC Locarno, ha iniziato la sua carriera con i colori rossoblù: "Il sogno di diventare calciatore l’ho coltivato al Genoa".

La città di Genova è divisa tra l’amore per il Genoa e quello per la Samp. Le due società negli ultimi anni sono andate incontro a gioie e dolori e talvolta, per forza di cose, un sorriso da un lato implicava una lacrima dall’altro. Quest'anno è successo di nuovo: i rossoblù del Genoa hanno ottenuto la promozione, mentre i blucerchiati della Samp sono ufficialmente retrocessi e non navigano in buone acque a livello societario. L'ultima volta che i rossoblù sono riusciti a risalire nella massima serie era nella stagione 2004-2005. In quel Genoa ha inizio la carriera professionistica di Martino Borghese, attuale difensore dell’FC Locarno. Con lui abbiamo voluto fare una chiacchierata per capire quali sono i sentimenti di una piazza calda come quella genoana e quello che sta dietro la rivalità intercittadina con la Sampdoria.  Per lui il Genoa è stata una delle cose più importanti della sua vita e della sua carriera: “Il sogno di diventare calciatore l’ho coltivato al Genoa, grazie alla presidenza e a Gasperini. Ho fatto tutta la gavetta e ho potuto debuttare in palcoscenici più grandi. Ho avuto l’opportunità di allenarmi e di essere in spogliatoio con gente del calibro di Di Vaio, Stellini, Sottil, Milanetto e Sculli. Mi ha caratterizzato la mia piccola carriera”, ci dice Borghese. Il difensore delle "bianche casacche" ha militato cinque anni nel grifone, dalle giovanili fino alla prima squadra. Il suo debutto tra i professionisti coincide con la cavalcata dalla C1 alla A.

Genoa e il ritorno in A

Nella stagione 2004-2005 Il Genoa Cricket and Football Club ottiene la promozione dalla Serie B alla Serie A vincendo il campionato cadetto sotto la guida di Serse Cosmi. Purtroppo, la gioia dei tifosi dura poco. Da lì a poco, il presidente dei rossoblù Enrico Preziosi viene accusato di illecito attribuibile ad una combine nella partita decisiva contro il Venezia e il Genoa viene declassato in Serie C1: “Ho iniziato a giocare in prima squadra con Serse Cosmi. Abbiamo ottenuto la promozione, poi per ragioni al di fuori del calcio il Genoa è stato retrocesso in C1”, rivela Borghese. Il clima in quel di Genova tra la tifoseria genoana ed Enrico Preziosi è sempre più teso; sul piano sportivo invece, il Genoa ottiene repentinamente una doppia promozione, prima nel 2005-2006 dalla C1 alla B, poi nel 2006-2007 dalla B alla A.

Il campionato di Serie B del 2006-2007 è uno dei più competitivi della storia con Napoli, Bologna e Juventus in cerca della massima serie. Ma poco importa, perché sotto la guida tecnica di Gian Piero Gasperini Il Genoa riesce ad arrivare terzo in classifica e a tornare in Serie A dopo dodici anni: “Siamo subito saliti in Serie A con Gian Piero Gasperini. Lui è uno dei migliori allenatori che abbia mai avuto e uno dei migliori allenatori in circolazione. Ha avuto il coraggio di lanciare diversi giocatori, come me e altri anche Domenico Criscito”, sostiene Martino Borghese. È subito festa promozione per un popolo, quello genoano, passionale e legato ai colori rossoblù. “Quell’anno la Serie B era un campionato di alto livello; c’erano Juventus, Bologna, Bari e Napoli. Con lo stesso Napoli abbiamo sancito la promozione all’ultima giornata pareggiando 0-0. È stato bello perché tra Napoli e Genoa c’è il gemellaggio e secondo me la passione tra le due città e tra le due tifoserie si equivale. Genova è la Napoli del nord e come nel capoluogo campano a Genova si vive di pane e Genoa”, ribadisce l’ex difensore dei rossoblù. "Prima dei derby ricordo 2000-3000 persone all’allenamento a sostenerci e a Marassi talmente tanta gente che sembravano 90'000: una bolgia. La gradinata è immagine e somiglianza alla curva del Liverpool”, continua Martino Borghese.

La rivalità intercittadina

La città di Genova, però, deve condividere due amori ben contraddistinti, quello rossoblù e quello blucerchiato, simili per quanto riguarda l’attaccamento ai colori, ma eternamente in conflitto. La Genova calcistica ad ogni gioia sportiva di una squadra deve far fronte all’amarezza dell’altra e viceversa. La promozione del grifone nel 2007 permette sì agli eterni rivali della Sampdoria di rivivere il derby, ma nello stesso momento, di vedere i colori rossoblù riversarsi nelle strade del capoluogo ligure: un duro colpo al cuore: “La rivalità è nell’aria”, prosegue Borghese, “Anche nel mio caso, quando militavo nel Genoa, avevo amici doriani e genoani. Non vivono l’uno senza l’altro. Anche tra parenti succede e gli sfottò sono all’ordine del giorno”, ricorda il difensore del Locarno.

Nella stagione 2010-2011 i tifosi doriani subiscono un’altra beffa: dopo aver toccato le stelle con la qualificazioni ai preliminari di Champions League nella stagione precedente, la Sampdoria viene retrocessa in Serie B. È il Genoa a dare loro il colpo di grazia nel derby a tre giornate dalla fine, in cui i rossoblù trionfano al 92’ con gol di Boselli e costringendo i blucerchiati a giocarsi il tutto per tutto la settimana seguente in casa con il Palermo: sconfitta per 2-1 contro i rosanero e Serie B matematica. Il finale di partita è emozione e lacrime per gli appassionati di calcio. Angelo Palombo, storico capitano del Doria, si unisce alla commozione con i tifosi blucerchiati; il centrocampista fa il giro del Luigi Ferraris e si scusa con l’intero popolo sampdoriano: il capitano viene ripagato con occhi lucidi e applausi in un momento che verrà ricordato da tutti con gratitudine e rispetto.

L'ascensore in un solo anno

Undici anni dopo, nel 2022, è il turno del Genoa a subire la stessa sorte. L’anno scorso, infatti, i rossoblù concludono il campionato in penultima posizione decretando così la retrocessione in Serie B. I tifosi blucerchiati colgono l’occasione riempiendo i caruggi genovesi di prese in giro e sfottò. Nella cronaca calcistica di Genova sono celebri i funerali goliardici dei supporters doriani nei confronti del Genoa con tanto di bare e croci addobbate di rosso e di blu. A ricordarlo è anche Martino Borghese: “Il dualismo Genoa-Samp è sempre molto sentito. L’anno scorso i tifosi doriani fecero un funerale con le bare del Genoa. Vedremo come risponderanno i genoani quest’anno”. È stata, infatti, un’arma a doppio taglio. Sì, perché appena un anno dopo la Sampdoria perde a Udine l’8 maggio 2023 ed è matematicamente retrocessa. La situazione societaria traballante dei blucerchiati lascia presagire ad un futuro difficoltoso, ma l’amore per questi colori è l’ultima cosa a morire. Non è finita qua, perché appena una settimana fa il Genoa effettua l’arrocco battendo l’Ascoli e guadagnandosi la promozione diretta in Serie A.

La storia calcistica è un ciclo, a volte si gioisce e a volte si piange. Le uniche cose certe sulle rive del mare Ligure sono due: il prossimo anno il derby della Lanterna non ci sarà e l’amore per i colori rossoblù e blucerchiati non verrà mai a morire.

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