Calcio
Maurizio Jacobacci e il suo Monaco 1860
Redazione
2 anni fa
L'ex allenatore di Lugano e Bellinzona ha parlato a "Fuorigioco" del suo recente passato e dell'attuale avventura a Monaco di Baviera.

Maurizio Jacobacci è stato ospite a "Fuorigioco" e si è raccontato a 360 gradi, attraversando la sua nuova avventura in Germania con il Monaco 1860: "Effettivamente se sono arrivato è perché qualcosa non funzionava", sostiene Jacobacci. "In 15 partite hanno raccolto 13 punti prima che arrivassi io. È chiaro che non rispecchia i risultati che tutti si aspettavano quest’anno. Il campionato non è andato come doveva. Il lavoro non manca di sicuro e per fine stagione ci sono 12 contratti che andranno in scadenza. L’obiettivo era la promozione, perché avevano investito molto in questa squadra. Avevano iniziato molto bene, poi il giocattolo si è rotto e strada facendo hanno subìto un crollo. C’è stato un lavoro psicologico da parte mia da fare, parlare con ogni singolo giocatore per capire come mai si è arrivati a questo punto. Insieme, in pochissimo tempo, abbiamo cercato di raddrizzare la situazione e di arrivare di nuovo a giocare un calcio che tutti si aspettavano", dice l'ex allenatore di Lugano e Bellinzona.

Il rinnovo e la storia del 1860

Il Monaco 1860 è la squadra della Baviera, tant'è che anche Jacobacci lo ricorda: "Sono stato contento, perché ho investito molto tempo per capire quali fossero i problemi della squadra. C’è voluto un po’ per farli giocare in una maniera per tornare a fare risultati importanti: questa società è una grande piazza. A Monaco di Baviera è la squadra del cuore, siamo molto seguiti dappertutto in Germania, ma anche fuori. Abbiamo quasi sempre lo stadio esaurito, e questo vuol dire tanto", sostiene il tecnico. "Il 1860 è la squadra degli operai e quindi la gente tiene di più ai colori azzurri che ai colori rossi: il Bayern non lo possono proprio vedere". Sarebbe una grande cosa un derby in coppa, "però ci vuole ancora tanta strada per tornare dove erano una volta. La tifoseria è eccezionale, il pubblico è stupendo. Il Monaco 1860 è quasi una religione, bisogna essere dentro per capire l’importanza di questa società".

La realtà tedesca

La società non è solo calcio: "Il Verein ha diversi sport, è una polisportiva", continua Jacobacci. "C’è sicuramente chi ha investito arrivando dall’estero. La terza lega tedesca è di buon livello. È molto intensa, molto fisica, però si gioca a calcio. Il Lugano aveva fatto un’amichevole contro l’Ingolstadt e ha pareggiato. Si gioca un buon calcio dove ci sono tanti giovani che hanno molta qualità. La mia squadra ha degli attributi importanti, non si arrendono mai". Sull’aspetto tattico "hanno ancora da imparare e lì posso dare un qualcosa in più. Non arrendersi mai all’evidenza e cercare di andare in campo e vincere le partite con tutto quello che si ha nel cuore sono cose fondamentali. La società, anche se in terza lega, è una di quelle che può attirare diversi giocatori. Si parla tutti i giorni del 1860", prosegue Jacobacci. "Abbiamo cinque giornali a Monaco e niente rimane interno. È difficile tenere qualcosa dietro le quinte ed è complicato per un giocatore. Bisogna avere un carattere forte, perché le aspettative sono alte. È una società molto importante, si deve avere un certo carattere per sopperire alle pressioni".

Il futuro

"Qui è molto stimolante", sostiene l'allenatore. "Sono stati due mesi intensi con tantissimo lavoro da fare. Io mi sto divertendo tanto e cercherò di divertirmi ancora di più per fare risultati importanti. Le partite che ci rimangono sono interessanti e con la società stiamo già valutando la rosa per l’anno prossimo. Stiamo costruendo una squadra che possa andare bene per il prossimo campionato e lì non possiamo sbagliare un colpo". Attualmente "è difficile dire un obiettivo perché il budget è stato ridotto. Spero che le persone che devono mettere i soldi s’impegnino ad aiutarci per far arrivare la squadra in alta classifica. Anche quando ero in Tunisia avevo contatti con la terza lega tedesca, ma lì non si era fatto niente. Per me non è stato difficile introdurmi nel campionato attuale, perché lo seguivo da tempo: fortuna mia". Infine, il tecnico del 1860 dà una sua piccola previsione sulla finale di Coppa Svizzera: "Finale Lugano-Young Boys? Il Lugano se la giocherà".

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