Biglietti nominali
Norman Gobbi contro la SFL: "Non vuole risolvere il problema, è in cattiva fede"
©Gabriele Putzu
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Redazione
5 giorni fa
A margine delle dichiarazioni della Swiss Football League sulla contrarietà nell'introdurre dei biglietti nominali durante gli eventi sportivi, si è espressa anche la politica. Il Consigliere di Stato Norman Gobbi: "Da noi non sono solo ragazzi che praticano violenza, ma ci sono dei criminali tra di loro".

Parole dure e taglienti quelle del Consigliere di Stato Norman Gobbi nei confronti della Swiss Football League. La Federazione calcistica elvetica si era espressa mercoledì circa l’introduzione del biglietto nominale negli stadi sostenendone l’inefficacia e una misura del genere può risultare, per la SFL, “controproducente e provocatoria”. “Mostra la loro non voglia a partecipare per risolvere il problema di fondo e dimostra che sono in cattiva fede”, dichiara il direttore del Dipartimento delle Istituzioni che si schiera a favore di una possibile introduzione del biglietto nominale per ovviare agli episodi violenti all’interno delle strutture sportive. Dello stesso avviso anche Fabio Regazzi, membro della Commissione della politica di sicurezza a livello federale: “Non si vedono progressi. Sono state date delle opportunità ai club per trovare delle soluzioni, ma al momento non si vedono grandi risultati. La scelta dei biglietti nominali non è la panacea di tutti i mali, ma la sua attuazione potrebbe diventare sempre più reale”.

"Si stanno facendo belli con dati non confermati dalla prassi"

Una problematica che, secondo Norman Gobbi, non è in fase calante: “Penso si stiano facendo belli con dati e informazioni che non sono confermati della prassi: sono dati sì rassicuranti, ma solo all’interno degli stadi. Quello che succede fuori dalle strutture sportive ricade sulla comunità”. Il Consigliere di Stato ticinese sottolinea inoltre gli ingenti costi per la sicurezza durante le partite dell’FC Lugano: “Per poter accompagnare e gestire le partite del Lugano, i ticinesi mettono sul tavolo oltre un milione di franchi. Spero che vinca il buon senso e soprattutto la volontà di quei tifosi che non hanno nulla da nascondere. La SFL non vede, secondo me, quello che è un tema importante, ovvero quello dei costi, ma soprattutto vuole nascondersi dietro un paravento e non sostenere che la violenza a margine di una partita di calcio è ancora presente”, afferma Gobbi.

La convivenza tra le dirigenze e le curve

Altro tema sollevato dal direttore del Dipartimento delle Istituzione è quello della convivenza tra le società e i gruppi organizzati, soprattutto a margine di ciò che sta succedendo a Milano con le curve di Inter e Milan: “Il rapporto tra le società oltre Gottardo e le curve è problematico. Guardiamo in Italia cosa è successo con le curve di Inter e Milan. Anche da noi non ci sono solo dei ragazzi che praticano violenza, ci sono anche dei criminali tra di loro. Il biglietto nominale? In Italia esiste, in altri paesi anche e nessuno ha sollevato grossi problemi. Se la SFL vuole continuare con questa filosofia in cui fa finta di collaborare, alla fine anche i direttori e le direttrici di giustizia di polizia avranno una posizione ancora più ferma”, tuona Norman Gobbi. La convivenza tra club e gruppi organizzati è un tema su cui si è voluto soffermare anche Fabio Regazzi che conferma le preoccupazioni di Gobbi: "È un sospetto lecito. È innegabile che tra tifoseria organizzata e club ci sia un tacito accordo reciproco".

Ultimatum della politica?

Un tema, quello della sicurezza nello sport, sempre più al centro di discussioni politiche. Per Fabio Regazzi il tempo stringe e si devono trovare delle soluzioni: "Se devo essere sincero la politica non ha ancora molta pazienza. Nell’ultima seduta di commissione si è percepito una crescente insofferenza. Ora siamo all’ultima chiamata. Non sono un fautore del biglietto nominale, ne farei anche a meno. Se non dovesse cambiare qualcosa però, saremmo costretti ad adottare misure più incisive".

Le posizioni di Lombardi e Aeschlimann

Sulla diatriba di sono espressi anche il presidente dell'Ambrì-Piotta Filippo Lombardi e il direttore operativo del Lugano Jean-Jacques Aeschlimann. Il patron biancoblù ribadisce che le società di hockey si allineano con la visione della SFL: "Da parte nostra non si vede la necessità di introdurre delle norme più restrittive". Della stessa opinione anche il dirigente bianconero: "È una misura che non porta a quanto desiderato".