Hockey
Patrick Fischer: "Critiche giuste, ma ho sempre sentito la fiducia"
Redazione
19 giorni fa
L'allenatore della Nazionale svizzera di hockey Patrick Fischer ha parlato ai microfoni di Ticinonews durante al conferenza stampa prima del mondiale in Cechia.

Dopo un ultimo anno burrascoso, contraddistinto dall’eliminazione ai quarti di finale contro la Germania e un filotto di addirittura 13 sconfitte di fila, per la Nazionale Svizzera sta tornando a splendere il sole. Due vittorie in amichevole contro la Francia hanno interrotto la striscia negativa, permettendo di guardare con un po’ di più di ottimismo al futuro. A circa 2 settimane dall’inizio dei Mondiali, abbiamo fatto il punto della situazione con l’allenatore della Nazionale.

Patrick Fischer, siete alla terza settimana di preparazione in vista dei Mondiali, qual è il bilancio fin qui?

Quello che abbiamo vissuto nella prima settimana è qualcosa che conoscevo già dal passato. L’inizio di una preparazione è sempre un po’ difficoltoso, ognuno deve prima trovare il suo posto in squadra. Nelle due partite perse contro la Slovacchia non abbiamo giocato molto bene. Mi è invece piaciuta la seconda settimana, abbiamo alzato il livello, abbiamo lavorato molto e ci siamo detti che dovevamo alzare l’intensità. Contro la Francia sono poi arrivate due vittorie, ma dobbiamo guardarci allo specchio, perché sotto porta dobbiamo essere molto più precisi e segnare di più. L’attitudine dei giocatori mi è però piaciuta, si vede che ognuno da il massimo e che vuole fare parte di questa squadra.

Quanto hanno fatto bene, soprattutto a livello mentale, le due vittorie contro la Francia, arrivate dopo addirittura 13 sconfitte di fila?

Hanno sicuramente fatto bene, d’altronde tutti preferiscono vincere. Personalmente non avevo mai vissuto un periodo così lungo di sole sconfitte, non è stato piacevole, ma adesso siamo felici di essere riusciti ad interrompere questa striscia negativa. Grazie a tutte queste sconfitte abbiamo però anche analizzato molto, perché quando perdi si cerca tutto quello che non funziona. Abbiamo imparato molto da questa striscia negativa e questo ci aiuterà per il futuro.

Sentivate il peso di tutte queste sconfitte?

Sì, ma questo peso lo senti sempre quando perdi. Personalmente non mi piace affatto perdere e dopo una serie così lunghe di sconfitte sei arrabbiato e vuoi cambiare la tendenza. È comunque una situazione particolare, perché in pista non si è mai vista la stessa squadra. Il problema più grande è stata la nostra difficoltà a segnare, perché se guardiamo le occasioni da rete avute in queste 13 sconfitte, siamo sempre stati almeno alla pari con gli avversari, ma loro hanno segnato molto di più. È un aspetto che dobbiamo analizzare, perché quest’anno è la nostra sfida più grande.

In questa lunga serie di sconfitte, hai mai sentito venire a mancare la fiducia all’interno del gruppo, magari anche nei confronti dello staff?

Non lo so, non posso sapere cosa pensano i giocatori, ma chiaramente quando perdi sorgono dei dubbi, penso che sia normale. Come detto, quando perdi tendi ad analizzare di più, e secondo me adesso abbiamo fatto un passo avanti nel sistema difensivo, giochiamo meglio rispetto ad un anno fa. Ora però dobbiamo anche segnare.

In una squadra di club, probabilmente nessun allenatore sarebbe sopravvissuto a 13 sconfitte consecutive. È difficile fare un paragone con un allenatore della Nazionale perché sono situazioni diverse oppure anche tu a un certo punto hai temuto un esonero?

Onestamente devo fare un grande complimento a chi sta sopra di me. Io ho sempre sentito la fiducia, sia appunto da parte dei miei capi, ma anche dai giocatori. Io sono una persona che crede negli altri, do fiducia ai giocatori e al mio staff, e in questa situazione scomoda per me è stato bello sentire anche la fiducia degli altri, come Lars Weibel, Patrick Bloch (CEO della federazione, ndr) e pure del nuovo presidente Stefan Schärer. In ogni caso anche nell’ultimo anno non si è mai vista una squadra che non volesse giocare e fare bene, abbiamo sempre lottato e molte sconfitte sono state di misura. È vero, abbiamo perso tre volte contro Finlandia, Svezia e Repubblica Ceca, ma siamo sempre stati vicini agli avversari. Non ho mai visto una squadra sfiduciata e che non ci credesse più. Anzi, siamo sempre stati uniti. Sappiamo che la sconfitta contro la Germania nei quarti di finale degli ultimi Mondiali è stata una dura lezione, come anche l’ultimo anno, ma sento che siamo uniti e spero che ora possiamo fare qualcosa di bello.

Avete vissuto un anno difficile, con molte critiche. Paradossalmente, in vista dei Mondiali può essere una buona base di partenza, nel senso che non avete niente da perdere?

Non c’è da edulcorare i fatti, per noi non è stato un anno piacevole. Abbiamo vissuto una stagione difficile, siamo stati ricompensati male in tutte queste partite di preparazione. Di conseguenza è anche giusto che ci siano state critiche per i nostri risultati. Non direi però che per questo motivo ora non abbiamo niente da perdere al Mondiale, anche se è vero che forse le aspettative si sono un po’ abbassate. In ogni caso, anche se avessimo vinto tutte le partite dell’ultimo anno, la sconfitta ai quarti di finale contro la Germania all’ultimo Mondiale sarebbe lo stesso ancora una ferita aperta a cui vogliamo rimediare, quindi siamo motivati.

Qual è l’obiettivo della Svizzera ai prossimi Mondiali?

Innanzitutto, dobbiamo creare una buona squadra. Dopodiché sarà importantissimo iniziare bene, perché se sbagli una delle prime partite, sei subito in difficoltà. Siamo in un gruppo forte, Canada, Finlandia e Repubblica Ceca andranno sicuramente ai quarti, poi rimangono 5 squadre a giocarsi il quarto posto e spero ovviamente che saremo noi a conquistarlo. Dobbiamo fare un passo alla volta e se arriveremo ai quarti di finale, il nostro obiettivo sarà di mostrare lo stesso volto della fase a gironi. È tutto l’anno che stiamo lavorando in questa direzione. Siamo reduci da 3 Mondiali in cui abbiamo giocato un girone fantastico, vincendo 18 partite su 21. Sappiamo però tutti che nei quarti di finale siamo arrivati bloccati, quindi l’obiettivo è di mostrare il nostro miglior volto anche in queste sfide.

È un lavoro soprattutto mentale quello che state svolgendo per arrivare pronti ai quarti di finale?

Sì, anche se in allenamento non possiamo ricreare la stessa situazione, con la stessa pressione mediale e dei tifosi. Stiamo però provando a mettere i giocatori, sul ghiaccio e al di fuori, in situazioni scomode, al di fuori della loro comfort zone. Situazioni in cui, anche se sono sotto pressione, devono rimanere lucidi e mantenere l’esecuzione sul ghiaccio pulita. Ci siamo lavorando, ma non siamo ancora dove vorremmo essere. Lo abbiamo visto in diverse situazioni sotto porta, dove manca ancora precisione e qualità.

Negli ultimi anni hai spesso parlato delle medaglie, ma è dal 2018 che non superate i quarti di finale. Pensi davvero che la Svizzera possa essere una Nazione che vada regolarmente a medaglie?

Non possiamo usare il termine “regolarmente”, perché abbiamo vinto due medaglie in 11 anni, e prima ancora bisogna tornare indietro di altri 50 anni per trovare una medaglia. Sappiamo però qual è il nostro potenziale, giocando bene possiamo battere ogni avversario. Alla fine ci sono tante buone squadre e tutte hanno come obiettivo una medaglia, quindi sappiamo che non è facile.

A livello di portieri la situazione della Svizzera continua a rimanere confortevole, forse anche più rosea rispetto alle previsioni di qualche anno fa…

È bello vedere come stiano performando ad alto livello dei giovani portieri, come Connor Hughes in questi playoff o Akira Schmid negli ultimi 2 anni oltreoceano. In generale in questi playoff stiamo vedendo come diversi portieri svizzeri stiano facendo meglio degli stranieri. Ora come Nazionale ci troviamo in una situazione confortevole, Genoni e Berra hanno giocato un ottimo post season, e anche Wüthrich in queste settimane si è allenato molto bene, meritandosi il suo posto. Probabilmente ci raggiungeranno ancora due portieri, quindi quest’anno la scelta su quali 3 portieri portare ai Mondiali sarà molto complicata. Negli ultimi anni si è spesso parlato di chi potrebbe sostituire le nostre “leggende” Berra e Genoni, che hanno difeso la nostra porta negli ultimi 10 anni, ed ora è bello vedere che ci sono dei giovani validi.

Si può escludere che Leonardo Genoni verrà tagliato?

Chiunque conosca Genoni sa perfettamente che lui non vorrebbe mai essere convocato solo per il suo nome, è molto ambizioso. Contano le prestazioni, è giusto che sia così. Abbiamo visto l’anno scorso a che livello ha giocato Robert Mayer, guadagnandosi così il posto per i Mondiali. Non decidiamo in base al nome, contano le prestazioni.

Lo stesso discorso vale anche per Andres Ambühl?

Probabilmente per molti è inimmaginabile non vedere più Ambühl ai Mondiali, ma prima o poi quel giorno arriverà. Posso solo dire che anche con lui siamo stati molto chiari, ma d’altra parte nemmeno lui vuole essere convocato solo per il suo nome, bensì perché ha dimostrato di essere uno dei 14 migliori attaccanti in Svizzera. Anche per questo Mondiale è ancora tutto aperto.

Lars Weibel: Possiamo aggiungere che Ambühl ci ha comunicato che non lui non si ritirerà mai dalla Nazionale, ma anche lui sa che quel giorno prima o poi arriverà e che la decisione spetta all’allenatore. Questa sua scelta non è per metterci sotto pressione, ma perché lui si sente svizzero e si mette a disposizione per la sua nazione. Quando poi riterremo che non avrà più il livello, lui lo accetterà. Trovo che questo sia un atteggiamento incredibile.

Settimana prossima vi raggiungeranno 4 giocatori della NHL (Hischier, Schmid, Siegenthaler e Kurashev). Qual è la situazione degli altri giocatori impegnati oltreoceano?

Abbiamo incontrato Moser, lui è motivato e la situazione sarebbe perfetta, considerando che Arizona non si è qualificata per i playoff. Al momento però ci sono molti altri temi sul tavolo (i Coyotes verranno rilocati nello Utah, ndr), noi speravamo che avrebbe firmato il suo nuovo contratto a breve, ma ci vorrà ancora tempo. Ci stiamo informando sulla possibilità di assicurarlo, ma sarà difficile. Per il resto, oltre all’infortunato Timo Meier, tutti i giocatori NHL sono disponibili, anche quelli che al momento stanno disputando il primo turno dei playoff. In caso di eliminazione, sarebbero pronti a raggiungerci. L’unico giocatore in dubbio è Kevin Fiala, perché dovrebbe diventare papà a breve, il termine è previsto per il 21 maggio.

Parlando di NHL, pensi che Calvin Thürkauf abbia il potenziale per provare il grande salto già la prossima stagione?

Innanzitutto sono molto contento per il Calvin, penso che da quando sia arrivato a Lugano, abbia fatto degli enormi passi in avanti. Ha giocato un ottimo campionato, sono sicuro che abbia le qualità per giocare in NHL e penso che riceverà l’occasione per andare oltreoceano.

Qual è il motivo per cui in queste amichevoli lo stai facendo giocare all’ala e non al centro?

Abbiamo pochi giocatori con il suo peso che possono giocare all’ala e svolgere un lavoro di forecheck che a livello internazionale è importantissimo. Lo sto provando all’ala anche perché ai Mondiali lo vedrei bene in una delle prime linea, al fianco dei giocatori in arrivo dalla NHL. In ogni caso so già che può giocare benissimo anche al centro.

I tag di questo articolo