Calcio
Tami: “Murat era il nostro piano A”
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Anche Yakin si dice fiero di poter continuare la Nati: “In questi tre anni abbiamo raggiunto quasi ogni obiettivo, ma la finale era un obiettivo realistico”

Dopo un europeo di alto livello, in cui la Svizzera ha sfiorato la prima, storica, semifinale, l’Associazione Svizzera di Calcio ha confermato Murat Yakin e Giorgio Contini sulla panchina rossocrociata. Una notizia divenuta ufficiale già venerdì scorso, anche se, come confermato da Adrian Arnold, responsabile della comunicazione dell’Asf, i contratti sono stati firmati solo durante il weekend a causa di qualche dettaglio da regolare.
Dettagli che hanno fatto slittare a lunedì la conferenza stampa dedicata ai rinnovi, annunciati dal presidente Dominique Blanc. Quattro anni di contratto per Murat Yakin, due invece per Giorgio Contini. “Sono dei rinnovi meritati e orientati al futuro. Durante le contrattazioni abbiamo parlato di voler confermare i risultati, di avere continuità” ha dichiarato il 74enne, che ha voluto puntualizzare sulle questioni finanziarie: “Come sapete, non parliamo di cifre, ma posso dire che siamo rimasti nei limiti prestabiliti”.
Maggiori dettagli sul contratto di Murat Yakin li ha poi forniti Pierluigi Tami, direttore delle nazionali Svizzere: “Per quanto riguarda la durata dei contratti, Yakin ha firmato un contratto di 2+2 anni. Chiaramente il primo obiettivo è la qualificazione ai Mondiali. Dopodiché ci siederemo con Murat, Giorgio e tutto lo staff per fare un’analisi approfondita di quello che ha funzionato e dove dobbiamo investire e migliorare. Se non dovessimo qualificarci per i Mondiali, il contratto andrebbe in scadenza. A questo punto dovremmo discutere se vogliamo continuare lo stesso a lavorare assieme. In caso di qualificazione invece il contratto si rinnoverebbe automaticamente per altri 2 anni”.

Murat Yakin, il piano A

 Un rinnovo, quello di Murat Yakin, che dopo l’ottimo Mondiale è sembrato essere solo una formalità. “Ho sempre detto che per me Murat era il piano A” racconta infatti Tami “e mi ha fatto molto piacere che martedì, al nostro primo incontro, Yakin abbia detto che anche per lui la Nazionale rappresentava il piano A. È molto motivato e siamo tutti concordi sui nostri obiettivi sportivi. Siamo molto soddisfatti dell’evoluzione della squadra negli ultimi 6 mesi. Siamo riusciti a trasmettere delle belle emozioni ai nostri tifosi. Adesso ci attendono delle nuove sfide, e per poterle vincere, ci servono persone che credono in questo progetto e che siano fiere e motivate. Con Murat e Giorgio ho trovato tutto ciò. Blanc ha parlato di continuità, io aggiungo che vogliamo confermare il livello che abbiamo raggiunto e per fare ciò, dobbiamo migliorare ancora”.
Yakin invece, dopo i ringraziamenti di rito, ha sottolineato l’importanza di avere continuità, prima di rimarcare la bontà del suo lavoro. “In questi 3 anni abbiamo raggiunto quasi tutti gli obiettivi che mi sono stati dati. Sono stati anni belli e di successo e sono convinto che, con questo staff e con Giorgio, possiamo continuare così. Sono molto fiero e felice di poter continuare a guidare la Nazionale e farò di tutto per avere più successo possibile anche nella prossima campagna. Questa squadra ha potenziale, abbiamo dimostrato di poter giocare un calcio bello e vincente ai massimi livelli e di poter dare fastidio anche alle grandi squadre”.

Giorgio Contini, l’allenatore che fa l’assistente

 Un tassello fondamentale della Nati è sicuramente Giorgio Contini. Dopo un autunno di crisi, i rossocrociati in questo 2024 sono rinati. Il merito di tutto ciò sembra sempre più dovuto all’ingaggio del nuovo assistente allenatore, anche lui ovviamente confermato in panchina. “Devo ringraziare tutti” esordisce Contini “ma specialmente Murat, perché è grazie a lui che ho ricevuto questa possibilità. Eravamo convinti che potessimo fare bene. Non vediamo l’ora di affrontare le prossime sfide. La nostra collaborazione ha funzionato benissimo e lo staff è ottimo. Abbiamo una buona base e sono fiero che possiamo continuare assieme”.
Un rinnovo inevitabile, quello di Contini, anche se il 50enne è un allenatore e non un assistente, come ha confermato lui stesso in passato. Ecco quindi che il rinnovo non era forse così scontato, anche considerando che sono girate voci di offerte come capo allenatore. “Negli ultimi anni ho già avuto diverse possibilità di fare l’allenatore in un club. Già durante la mia prima conferenza stampa con la nazionale avevo avuto modo di dire che è anche una questione di valori e rispetto, e penso sia che quello che ho ricevuto nelle ultime settimane da parte di Blanc, Tami, Yakin e di tutto lo staff. È stata una decisione che ho preso con la testa, con raziocinio. Qui sta crescendo qualcosa, insieme stiamo costruendo qualcosa. Per me era chiaro che volevo continuare con Murat, inoltre mi vedo molto bene in questo ruolo”. Ha spiegato così la sua decisione di rinnovare, Contini. E il suo rapporto con Yakin ha avuto un ruolo decisivo: “Non è solo una questione calcistica, ma soprattutto umana. Se durante il lavoro puoi ridere spesso e se al mattino ti svegli volentieri per andare alle riunioni o a guardare delle partite, è già un’ottima cosa. Il rapporto con Murat non è solo professionale, ma anche umano”.
Nonostante tutte le belle parole, non bisogna però dimenticare che Contini ha firmato “solo” per due anni, senza l’opzione di rinnovare per un altro biennio, al contrario di Yakin. “Farò di tutto per raggiungere i mondiali, poi anche per me ci saranno delle possibilità. Non voglio quindi pensare troppo a cosa succederà dopo i Mondiali” ha spiegato Contini, che non vuole precludersi la possibilità di tornare ad allenare in tempi troppo lunghi.

Un’eliminazione che lascia l’amaro in bocca...

Nel corso della conferenza stampa, inevitabilmente si è parlato anche della finale tra Spagna e Inghilterra, ma soprattutto del rammarico che in campo a Berlino non ci fossero i colori rossocrociati. “Vedendo com’è finito questo europeo, penso che abbia fatto male a tutti non vedere la Svizzera in campo ieri sera” ammette infatti Murat Yakin. “Sarebbe stato possibile raggiungere la finale, era un obiettivo realistico. Con questa squadra e con il momentum che avevamo, era possibile andare molto lontano. Siamo usciti ai rigori, la fortuna non era dalla nostra parte. Purtroppo è così, ci siamo andati vicini, ma con questa squadra era possibile fare di più”.

...ma che ha evidenziato grandi progressi

Rispetto agli ultimi Mondiali, quando la Svizzera era stata eliminata agli ottavi di finale dal Portogallo con un pesante 6-1, sono stati compiuti diversi passi avanti, come ha voluto sottolineare Pierluigi Tami: “Voglio ringraziare pubblicamente tutto lo staff, perché penso che negli ultimi due anni siamo cresciuti molto. Dopo aver abbiamo analizzato gli ultimi mondiali, sono stato appoggiato su alcune iniziative che hanno dato dei risultati. Quest’anno eravamo allo stesso livello dell’Inghilterra, sia da un punto di vista calcistico, ma anche da quello fisico e mentale. Alla quinta partita in 20 giorni, siamo riusciti ad offrire una grande prestazione. Murat e il suo staff avevano una chiara idea di come volevano giocare, ma alla quinta partita hai bisogno anche di altre qualità e in questo senso ho visto grandi progressi”.

Il rapporto tra tifosi e Nazionale

Dopo mesi complicati non era scontato, ma questo europeo è riuscito anche nell’impresa di ricucire il rapporto tra tifosi e Nazionale. “L’entusiasmo dei nostri tifosi è dovuto alle prestazioni della squadra. La gente vuole vedere una squadra che funziona. Chiaro, è sempre bello segnare, ma in questo torneo è stato anche impressionante vedere come tutti abbiano lavorato a livello difensivo. La squadra ha giocato con grande passione, solidarietà e rispetto. In passato si è discusso dei nostri valori, ma in questo europeo li abbiamo visti molto chiaramente in campo” spiega il direttore delle nazionali Tami.
Murat Yakin, dal canto suo, ha anche parlato del gioco della sua squadra. In un Europeo in cui molte big hanno deluso e addirittura annoiato, la Nati ha convinto e divertito. “Giocare bene è molto importante. Ovviamente il risultato viene prima di tutto, ma anche come lo ottieni ha la sua importanza. Noi dello staff preferiamo vedere il bel gioco, ma questo vale anche per i giocatori. L’estetica fa parte del calcio perché alla fine facciamo parte dell’industria dello spettacolo”.

I tag di questo articolo