Esercito
11mila persone all'anno lasciano l'esercito prematuramente
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Redazione
un anno fa
L'Esercito svizzero condurrà uno studio per analizzare i motivi che spingono le persone ad optare per il servizio civile anziché completare il servizio militare obbligatorio. Lo studio, che si concentrerà sull'evoluzione della situazione e fornirà raccomandazioni, sarà condotto da un istituto di ricerca esterno e i risultati sono attesi entro la fine del 2024.

Sono circa 11mila all’anno le persone soggette all’obbligo del servizio militare che decidono tuttavia di lasciare l’esercito prima di aver adempiuto il proprio obbligo di leva. Se il 30% è costituito da licenziamenti per motivi medici, circa il 60% di questi decide di passare invece al servizio civile. I motivi? Ampiamente sconosciuti. Stando a quanto comunicato dall’Esercito svizzero, per poter prendere efficaci misure – e sviluppare ancor di più il sistema militare obbligatorio – il DDPS sottoporrà ad analisi, in collaborazione con l’Ufficio federale del servizio civile, i motivi che spingono le giovani leve a passare al servizio civile. Sono ormai anni che le partenze dovute al passaggio al servizio civile si sono stabilizzate a un livello elevato.

Servizio civile

Il servizio civile è quello sostitutivo per le persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare “che non possono conciliare il servizio militare con la propria coscienza”, si legge nella nota, dove viene anche sottolineato che “con la soluzione della prova dell’atto, il legislatore ha rinunciato a un’audizione personale in merito ai motivi della domanda di ammissione al servizio civile”. In collaborazione con l’Ufficio federale del servizio civile (CIVI), l’esercito – come detto – condurrà uno studio al fine di analizzare eventuali motivi che esulano dai conflitti di coscienza per la presentazione di una domanda di ammissione al servizio civile. “Alla luce della situazione di sicurezza deteriorata in Europa e delle questioni riguardanti l’apporto di personale, questo rilevamento aggiornato fa parte dei diversi provvedimenti volti a contrastare le partenze con misure mirate e a sviluppare ulteriormente il sistema dell’obbligo di prestare servizio”.

Lo studio

Lo studio analizzerà in particolare l’evoluzione della situazione prima, durante e dopo l’‘ulteriore sviluppo dell’esercito’ (2018-2022). L’interesse principale verterà sulla motivazione che porta le persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare a presentare una domanda di ammissione al servizio civile. I motivi possono essere molteplici e, oltre al conflitto di coscienza dichiarato, anche altri fattori possono avere un ruolo. “Sarà inoltre interessante analizzare a che stadio le domande vengono presentate”. Il nuovo studio dovrà anche tenere conto di questa gamma di motivi complessa e fornire un quadro chiaro. Inoltre, sulla base dei risultati dell’analisi dei motivi, lo studio dovrà formulare raccomandazioni generali in merito ai settori dell’esercito (fattori push) e del servizio civile (fattori pull) che occorre migliorare. Saranno interrogate le persone soggette all’obbligo di prestare servizio civile, le persone che hanno presentato una richiesta di ammissione rifiutata e le persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare che non hanno presentato alcuna domanda e che continuano a prestare servizio militare. Lo studio sarà condotto dall’istituto di ricerca esterno Interface Politikstudien Forschung Beratung AG. I sondaggi si svolgeranno all’inizio del 2024, mentre i risultati sono attesi per la fine del 2024.