Sono circa 11mila all’anno le persone soggette all’obbligo del servizio militare che decidono tuttavia di lasciare l’esercito prima di aver adempiuto il proprio obbligo di leva. Se il 30% è costituito da licenziamenti per motivi medici, circa il 60% di questi decide di passare invece al servizio civile. I motivi? Ampiamente sconosciuti. Stando a quanto comunicato dall’Esercito svizzero, per poter prendere efficaci misure – e sviluppare ancor di più il sistema militare obbligatorio – il DDPS sottoporrà ad analisi, in collaborazione con l’Ufficio federale del servizio civile, i motivi che spingono le giovani leve a passare al servizio civile. Sono ormai anni che le partenze dovute al passaggio al servizio civile si sono stabilizzate a un livello elevato.
Servizio civile
Il servizio civile è quello sostitutivo per le persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare “che non possono conciliare il servizio militare con la propria coscienza”, si legge nella nota, dove viene anche sottolineato che “con la soluzione della prova dell’atto, il legislatore ha rinunciato a un’audizione personale in merito ai motivi della domanda di ammissione al servizio civile”. In collaborazione con l’Ufficio federale del servizio civile (CIVI), l’esercito – come detto – condurrà uno studio al fine di analizzare eventuali motivi che esulano dai conflitti di coscienza per la presentazione di una domanda di ammissione al servizio civile. “Alla luce della situazione di sicurezza deteriorata in Europa e delle questioni riguardanti l’apporto di personale, questo rilevamento aggiornato fa parte dei diversi provvedimenti volti a contrastare le partenze con misure mirate e a sviluppare ulteriormente il sistema dell’obbligo di prestare servizio”.
Lo studio
Lo studio analizzerà in particolare l’evoluzione della situazione prima, durante e dopo l’‘ulteriore sviluppo dell’esercito’ (2018-2022). L’interesse principale verterà sulla motivazione che porta le persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare a presentare una domanda di ammissione al servizio civile. I motivi possono essere molteplici e, oltre al conflitto di coscienza dichiarato, anche altri fattori possono avere un ruolo. “Sarà inoltre interessante analizzare a che stadio le domande vengono presentate”. Il nuovo studio dovrà anche tenere conto di questa gamma di motivi complessa e fornire un quadro chiaro. Inoltre, sulla base dei risultati dell’analisi dei motivi, lo studio dovrà formulare raccomandazioni generali in merito ai settori dell’esercito (fattori push) e del servizio civile (fattori pull) che occorre migliorare. Saranno interrogate le persone soggette all’obbligo di prestare servizio civile, le persone che hanno presentato una richiesta di ammissione rifiutata e le persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare che non hanno presentato alcuna domanda e che continuano a prestare servizio militare. Lo studio sarà condotto dall’istituto di ricerca esterno Interface Politikstudien Forschung Beratung AG. I sondaggi si svolgeranno all’inizio del 2024, mentre i risultati sono attesi per la fine del 2024.