Il Consiglio federale risponda entro fine anno alle preoccupazione della popolazione in merito alla cosiddetta 5G (acronimo di “5th Generation”, quinta generazione) e indichi come intende proseguire. Lo chiede la Commissione dei trasporti del Nazionale (CTT-N) in una lettera inviata all’esecutivo.
Nella missiva, la CTT-N domanda in particolare al governo di rispondere a un postulato della “senatrice” Brigitte Häberli-Koller (PPD/TG), adottato dagli Stati lo scorso dicembre, e di “emanare direttive d’esecuzione per le antenne adattative entro la fine dell’anno”, indicano i servizi del Parlamento in una nota.
Nel suo atto parlamentare, la turgoviese che chiede un nuovo rapporto su come si possa realizzare una progettazione sostenibile delle reti di comunicazione mobile, onde garantire una protezione ottimale dalle radiazioni e consentire al contempo l’introduzione della 5G e delle future tecnologie entro un lasso di tempo ragionevole.
Le richieste della CTT-N sono giunte dopo un incontro con i vertici di Swisscom, “in cui sono stati discussi in particolare le recenti interruzioni di rete e gli ulteriori sviluppi della rete di telefonia mobile”.
Della questione 5G si era occupata recentemente anche la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale (CSSS-N) che - con 11 voti contro 10 e 3 astensioni - aveva deciso a metà maggio di depositare una mozione per chiedere di monitorare l’esposizione della popolazione alle radiazioni, di istituire un servizio di consulenza in medicina ambientale e di intensificare la ricerca sugli effetti della telefonia mobile sulla salute.
La CSSS-N ricordava che sussistono incertezze quanto alle effettive ripercussioni sulla salute. Il gruppo di lavoro (”Telefonia mobile e radiazioni”) non è riuscito a mettersi d’accordo su eventuali adeguamenti dei valori limite degli impianti in vigore, né sullo sviluppo di reti di telefonia mobile.
La metà dei membri del gruppo di lavoro presentava inoltre legami di interesse con l’industria delle telecomunicazioni e, a titolo di paragone, solo due membri del corpo medico avevano un interesse preponderante nella sanità pubblica.
Ma il tempo stringe. Numerose antenne supplementari sono state installate e le richieste per una moratoria si moltiplicano. Stando al gruppo di lavoro, occorre proseguire le ricerche sul ruolo delle radiazioni negli ambiti critici della salute, quali il cancro, la riproduzione, i disturbi alle facoltà cognitive.
Dal canto suo, il Consiglio federale ha optato per la prudenza. In aprile, l’esecutivo ha confermato che per il momento non vuole allentare i valori limite volti a proteggere le persone dalle radiazioni non ionizzanti. Ha preferito incaricare il Dipartimento dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di testare l’esposizione effettiva della popolazione alle antenne e ha annunciato la sua intenzione di attuare le misure di accompagnamento preconizzate dal gruppo di lavoro.
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