Svizzera
A Ginevra la direttrice del fisco è... frontaliera
A Ginevra la direttrice del fisco è... frontaliera
A Ginevra la direttrice del fisco è... frontaliera
Redazione
7 anni fa
È polemica sulla nomina di una residente in Francia alla testa dell'amministrazione fiscale. "E se fosse una spia?"

Divampa la polemica a Ginevra dopo che Le Matin Dimanche ha rivelato che il Consiglio di Stato ha scelto quale nuova direttrice generale aggiunta dell'amministrazione fiscale cantonale una donna di nazionalità franco-svizzera residente in Francia, dunque una frontaliera.

In molti temono infatti che la donna, Charlotte Climonet, possa trasportare oltre confine dati fiscali confidenziali.

"Non sarebbe sorprendente scoprire che questa donna sia stata specificatamente incaricata dallo Stato francese di spiare il settore delle imposte a Ginevra" scrive ad esempio il giornale Les Observateurs, sottolineando inoltre che si tratta di un impiego molto ben remunerato che finisce in mano a una frontaliera, nonostante il popolo svizzero si sia espresso a favore della preferenza indigena.

"Al di là delle competenze della signora Climonet, deploro che per questa posizione sia stata scelta una persona residente in Francia" afferma dal canto suo il deputato PLR Yvan Zweifel. "Si tratta di un posto delicato con accesso a dati sensibili. Cosa succederebbe se la donna dovesse perdere il suo telefonino in Francia? O se il suo computer dovesse essere hackerato una volta superata la frontiera? Sono cose che possono succedere. Non sono sicuro che il Consiglio di Stato abbia considerato questo aspetto."

In effetti la nuova direttrice generale aggiunta ha accesso a decine di migliaia di dati confidenziali.

Ma il direttore del Dipartimento delle finanze Serge Dal Busco sostiene invece che queste preoccupazioni sono infondate. Interpellato dalla Tribune de Genève, il consigliere di Stato popolare democratico spiega che la donna aveva già accesso ai medesimi dati nella sua precedente funzione. Inoltre il suo telefono e il suo computer sono criptati, ciò che rende impossibile l'accesso a dati confidenziali. Infine Del Busco ricorda che gli accordi sullo scambio di informazioni consentono già oggi alla Francia di chiedere dati fiscali in tutta legalità, senza necessità di utilizzare metodi illeciti.

Sarà. Fatto sta che la polemica non si è sopita, anzi. Anche se c'è chi fa notare che il Canton Ginevra conta già altri 18 alti funzionari che risiedono in Francia. "Che differenza fa uno in più o uno in meno?"

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