
Si registra un'inversione di trend per quanto riguarda il numero di nuove procedure di conciliazione in materia di locazione e affitto in Svizzera. Dopo un periodo in cui si erano mantenute elevate, nel secondo semestre dello scorso anno si è assistito a un forte calo, di quasi un terzo. Da luglio a dicembre 2024, indica in una nota odierna l'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB), sono state avviate 17'074 nuove procedure di conciliazione, ossia 8'276 in meno rispetto ai primi sei mesi dell'anno. Il numero è sceso in 24 cantoni su 26. L'UFAB ricorda come le procedure fossero fortemente aumentate nel 2023, per poi restare a un livello alto anche nella prima metà del 2024. Ora invece questa diminuzione, che percentualmente si attesta al 32,7%.
Quasi 11mila conciliazioni pendenti a dicembre 2024
Oltre a quelli nuovi, nel periodo in esame le autorità di conciliazione hanno dovuto evadere 29'854 casi. Di questi, 19'208 sono stati risolti. Alla fine del 2024 rimanevano 10'646 situazioni pendenti, un numero in discesa di 2'188 unità rispetto al 30 giugno. In 11'063 casi, prosegue l'UFAB, è stata trovata un'intesa tra le parti per transazione, acquiescenza o desistenza incondizionata. In 2'378, la conciliazione è fallita ed è stata rilasciata un'autorizzazione ad agire. Altri 4'630 casi sono stati conclusi per non entrata nel merito, mancanza di oggetto, ritiro o rinvio al tribunale arbitrale, mentre in 25 (esclusivamente nel canton Berna) è stata svolta una procedura di mediazione, cioè con l'intervento di una persona indipendente.
Contestazioni su pigione in testa
Le contestazioni relative all'aumento della pigione costituiscono la maggior quota (24,6%, 4'733 casi) delle procedure concluse in tutta la Svizzera. Nella seconda metà del 2024, tuttavia, in molti cantoni l'attenzione si è concentrata su altre ragioni, come la domanda di pagamento, la disdetta ordinaria del contratto e la protrazione del contratto di locazione. Nell'83,5% delle procedure relative al caro affitti, le parti hanno raggiunto un accordo. Le disdette ordinarie (12,2%) e le domande di pagamento (9,8%) sono state rispettivamente il secondo e terzo motivo più comune per la risoluzione dei procedimenti di conciliazione.