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Afghanistan, la Svizzera sostiene ponte aereo
Immagine Shutterstock
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Lara Sargenti
3 anni fa
Un velivolo della Swiss partirà domani in direzione dell’Uzbekistan per riportare in Europa cittadini elvetici e di altri paesi. Almeno 35 connazionali si trovano ancora nel paese dell’Asia centrale e il tragitto verso l’aeroporto di Kabul, controllato dagli USA, rimane difficoltoso

Finora sono 14 i cittadini svizzeri che sono riusciti a tornare in Svizzera dall’Afghanistan grazie ai voli effettuati dalla Germania e dagli USA. Nel paese dell’Asia centrale rimangono ancora 35 elvetici, ha precisato oggi durante una conferenza stampa a Berna il Dipartimento degli affari esteri (DFAE). Una cifra che negli ultimi giorni è aumentata poiché presso l’Ambasciata svizzera di Islamabad, competente per gli affari consolari in Afghanistan, si sono annunciati altri connazionali. La Confederazione, ha fatto sapere il DFAE, invierà quindi sabato 21 agosto, in collaborazione con gli Stati partner per coordinare le operazioni di evacuazione, un aereo della Swiss da circa 300 posti per riportare i cittadini elvetici e persone di diversi paesi in Europa. In questo modo anche il DFAE partecipa al ponte aereo internazionale degli Stati partner che permettono la partenza dall’Afghanistan. “Non sappiamo e non possiamo prevedere quanti svizzeri ci saranno effettivamente su questo volo”, ha tuttavia precisato Hans-Peter Lenz, responsabile del Centro di crisi del DFAE, durante la conferenza stampa.

L’aereo arriverà in Uzbekistan, difficoltoso il tragitto verso l’aeroporto di Kabul
Il velivolo atterrerà nella capitale uzbeka Tashkent per trarre in salvo persone evacuate da Kabul. Attualmente infatti le persone che vogliono lasciare l’Afghanistan possono farlo solo tramite l’aeroporto della capitale, zona controllata dall’esercito USA. Ma il tragitto verso lo scalo “è pericoloso e l’accesso agli edifici aeroportuali è difficoltoso”, sottolinea il DFAE. Le persone che vogliono partire inoltre possono accedere agli imbarchi solo se c’è posto nei velivoli militari tedeschi diretti a Tashkent. Parallelamente vengono svolti altri trasporti militari verso altre destinazioni. La capitale uzbeka svolge quindi, in queste circostanze, un ruolo fondamentale: le persone che arrivano in aereo da Kabul devono poter proseguire il viaggio rapidamente in modo tale da liberare spazio a Tashkent per nuovi velivoli militari da Kabul.

Mascherine in regalo all’Uzbekistan
Lo scorso 19 agosto il consigliere federale Ignazio Cassis ha parlato al telefono con il suo omologo uzbeko Abdulaziz Kamilov, riuscendo a risolvere vari problemi logistici riguardanti il volo charter. A bordo del velivolo saranno trasportati circa 1,3 milioni di mascherine di protezione contro il Covid-19, che saranno regalate al paese. L’aereo trasporterà a Tashkent anche personale medico.

La situazione rimane volatile in Afghanistan
La Svizzera è consapevole che le attese sono elevate di fronte alla situazione in Afghanistan, ma la realtà non consente di fare tutto ciò che si vuole, ha dichiarato dal canto suo il segretario di Stato supplente del DFAE Johannes Matyassy. A breve termine, Berna si adopererà maggiormente in materia di aiuti umanitari. Previsto in particolare un rafforzamento dei mezzi finanziari per il Comitato internazionale della Croce-Rossa e dell’ONU. La Confederazione si adopera pure, se necessario, per agevolare una pace politica grazie ai suoi buoni uffici. La situazione in Afghanistan resta volatile, l’evoluzione è difficile da prevedere, secondo Matyassy. Quest’ultimo ha ancora invitato tutti gli attori sul posto a rispettare i diritti umani e soprattutto la protezione delle minoranze e delle donne.

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