Consiglio federale
Amherd: "Un onore servire il nostro paese"
8 ore fa
La "ministra" uscente ha pronunciato il suo discorso di commiato. "Siamo un Paese in cui la popolazione partecipa alla politica e può anche entrare in contatto diretto con un consigliere federale".

"Per me è stato un onore servire il nostro Paese". Così, trattenendo a stento le lacrime e qualche singhiozzo, ha concluso oggi la consigliera federale uscente Viola Amherd davanti all'Assemblea federale il proprio discorso, durante il quale ha ricordato l'importanza del dialogo rispettoso specie in momenti agitati come quelli che stiamo vivendo caratterizzati da una forte polarizzazione politica, sia in Svizzera che all'estero.

Il contesto internazionale

Secondo la "ministra" vallesana, dobbiamo prenderci cura della nostra particolare cultura politica che, grazie anche alla democrazia diretta, non fa di noi politici una classe a sé. Da responsabile del Dipartimento federale della difesa, non poteva mancare un accenno alla situazione internazionale, dove il diritto del più forte tende a prevalere secondo Amherd. Di fronte ai cambiamenti geopolitici innescati dalla guerra russa in Ucraina, anche la Svizzera è chiamata a proteggere la propria libertà e la propria democrazia, così come stanno facendo i nostri vicini europei, riarmandosi. Da questo punto di vista, anche la Svizzera è chiamata a fare la propria parte in difesa di valori condivisi.

L'aneddoto

"Quando qualcuno mi chiede cos’è la Svizzera, mi piace raccontarvi un’esperienza che ho vissuto come consigliere federale qualche anno fa", ha aggiunto Amherd. "Stavo tornando a casa da sola a tarda notte, al buio. Un 'jogger' corse verso di me, si fermò di colpo e chiamò il mio nome". Scioccata, "ho pensato tra me: 'Cosa vuole adesso?'. Al che ha osservato: 'Stai facendo un ottimo lavoro, ma voterò comunque no alla prossima votazione'". Si trattava del voto sull'acquisto dei nuovi aerei da caccia. "Mi sono sentito sollevata: 'Se è tutto, allora va ancora bene'".

"I politici sono una parte della popolazione"

La Svizzera "è un Paese in cui la popolazione partecipa alla politica e può anche entrare in contatto diretto con un consigliere federale, praticamente a qualsiasi ora del giorno e della notte", ha proseguito Amherd. "I politici non sono una 'classe' separata, ma piuttosto una parte della popolazione. Un treno scappa da sotto il naso di un consigliere federale con la stessa puntualità di qualunque altro cittadino".



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