Svizzera
Applicazione tassa sulla salute italiana ai “vecchi” frontalieri, “il Governo vuole costituire la base legale?”
Redazione
17 ore fa
Il deputato Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi) chiede al Consiglio federale se, in caso di mancata creazione della base, la Svizzera assumerebbe "impropriamente" il ruolo di “difesa d’ufficio” dei permessi G.

Per l’applicazione della “tassa sulla salute”, decisa dal Parlamento italiano, Roma chiede a Berna l’elenco dei “vecchi” frontalieri, ossia di quelli la cui assunzione risale a prima dell’entrata in vigore nel nuovo accordo con l’Italia sulla fiscalità dei permessi G. I Cantoni in cui lavorano i frontalieri oggetto della richiesta non hanno finora fornito all’Italia le informazioni necessarie, poiché manca la necessaria base legale. L’Italia chiede ora alla Confederazione di crearla. La questione è finita adesso al centro di un’interpellanza inoltrata dal consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, il quale chiede al Governo se sia intenzionato a costituire tale base legale per permettere a Roma di applicare la “tassa sulla salute”, con il presupposto che le amministrazioni cantonali vengano integralmente indennizzate dall’Italia per il lavoro aggiuntivo. Quadri domanda inoltre all’Esecutivo se non ritiene che, se in caso di mancata creazione, la Svizzera assumerebbe impropriamente il ruolo di “difesa d’ufficio” dei “vecchi” frontalieri da una decisione del loro Paese, “danneggiando contemporaneamente  i lavoratori residenti".

Le motivazioni

Nel suo atto parlamentare il deputato leghista fa infatti notare come i “vecchi” frontalieri sono fiscalmente privilegiati rispetto a quelli “nuovi”; senza dimenticare che la forza del franco contro l’euro ha nel corso degli anni – e anche negli ultimi tempi – “ulteriormente appesantito la busta paga dei frontalieri dopo il cambio”. Una situazione "che contribuisce a creare dumping salariale e sostituzione a detrimento dei lavoratori ticinesi”. Il Consiglio federale ha inoltre preavvisato negativamente la riduzione degli assegni familiari dei lavoratori italiani per adeguarli al costo della vita in Italia, circostanza “che aggrava la situazione di dumping e sostituzione indicata sopra”. Anche per questo la Svizzera ha voluto che il nuovo accordo con l’Italia aumentasse la pressione fiscale sui frontalieri. “Non si vede quindi il motivo per cui il nostro Paese dovrebbe ostacolare l’applicazione della tassa sulla salute italiana ai ‘vecchi’ frontalieri, perpetrando una situazione di vantaggio fiscale che ha l’effetto collaterale di penalizzare i residenti”.