
563'633 reati ai sensi del Codice penale (Cp), 41'075 in più (+7.9%) rispetto all'anno precedente. È quanto rilevato nel 2024 dai Corpi di polizia svizzera, un dato in crescita per il terzo anno consecutivo. "In generale possiamo parlare di un Paese sicuro", commenta Matteo Cocchi, presidente della Conferenza delle e dei comandanti delle polizie cantonali (Ccpcs), citato in una nota, "questo anche grazie alla qualità dei Corpi di polizia presenti sul nostro territorio. A volte le percezioni soggettive prendono il sopravvento, e in quei momenti è importante supportare con dati e spiegazioni chiare. Riusciamo in questo intento perché i cittadini e le cittadine hanno ancora molta fiducia nelle istituzioni, in particolare nella polizia".
Reati contro il patrimonio aumentati dell'8%
Nei dettagli, i reati contro il patrimonio sono aumentati per il terzo anno consecutivo, registrando un +8% rispetto al 2023. Un incremento "principalmente riconducibile ai reati di acquisizione illecita di dati (+61.6%; +1'309 reati), di danneggiamenti in caso di furti (+16%; +6'527 reati), di truffe (+17.3%; +5'078 reati) e di abusi di impianti per l’elaborazione di dati (+27.3%; + 4'221 reati)". In crescita anche i furti con scasso e introduzione clandestina, che hanno segnato un +11.2%, per un totale di 46'070 reati, con una media di 126 casi al giorno (nel 2023 erano 114). Ma il segno più viene registrato anche per i furti con scasso nei veicoli, aumentati del 27%. In quest'ambito, viene specificato, il tasso di risoluzione registra un leggero miglioramento (+1.2%). "Si tratta di tipologie di reato", continua Cocchi, "che spesso mirano la percezione soggettiva della sicurezza. Si rivela pertanto fondamentale fornire delle risposte concrete ed efficaci. In questo senso serve un maggiore automatismo nello scambio d’informazioni di polizia per reagire in maniera tempestiva. Oggi la procedura non è più al passo con i tempi. Per inchieste di una certa rilevanza, che superano i confini cantonali, risulta decisivo poter conoscere rapidamente se vi siano necessità d’indagine o di collaborazione”.
Reati di violenza grave ai massimi dal 2009
I reati violenti "sono nuovamente aumentati, confermando il trend degli ultimi anni. Il 2024 ha registrato un aumento del 3.3% dei reati violenti, con un totale di 48’943 episodi. Tra questi, spicca in particolare il numero di casi classificati come violenza grave (2'456), segnando un incremento di 399 casi (+19.4%) rispetto all'anno precedente, il valore più alto dal 2009". Per contro "si rileva una contrazione nel numero di omicidi (-8 casi; -15.1%), mentre i tentati omicidi e le lesioni personali gravi sono cresciuti rispettivamente dell’1.7% e del 16.9%. Si registra un significativo aumento delle violenze carnali (+29.4%)".
Violenza domestica, casi aumentati del 6.1%
Dopo una relativa stabilità degli ultimi anni, "i casi di violenza domestica hanno conosciuto un aumento del 6.1%. Un dato significativo in questo contesto è rappresentato dalla percentuale di omicidi avvenuti nella sfera domestica: il 57.8%. Infatti, dei 45 omicidi registrati, 26 sono avvenuti in ambito familiare, un dato simile all'anno precedente. Altri indicatori importanti per una lettura della situazione specifica risiedono negli aumenti delle lesioni gravi (+20.4%), di esposizione al pericolo della via altrui (+46.3%) e di violenza carnale (+30.4%)". Si tratta, spiega Cocchi, "di un contesto nel quale la prevenzione e l’apertura all’ascolto sono fondamentali. È pertanto necessario intensificare ulteriormente gli sforzi in quest’ambito”.
Discriminazione
Il numero di reati registrati dalla polizia che violano l'art. 261bis ("Discriminazione e incitamento all'odio") del Codice penale è in continua crescita dal 2018. Il loro numero ha raggiunto i 595 nel 2024, con un aumento del 48,4% rispetto all'anno precedente. Di questi reati, l'88,7% riguardava l'appartenenza razziale, etnica o religiosa, mentre il restante 11,3% concerneva l'orientamento sessuale.
In crescita la criminalità digitale
Nel 2024, "dopo l’impennata registrata l’anno precedente, i reati informatici sono ancora aumentati sensibilmente (+34.7%), con 59’034 episodi segnalati. La maggior parte di questi (93.9%) riguarda la 'cybercriminalità economica', con casi di phishing (+56.2%) e un’impennata dei reati di abuso di sistemi di pagamento online/carte di credito o abuso d’identità di terzi (+104.8%). Una significativa incidenza su quest’ultima tipologia di reato è dovuta alla crescita del numero d’infrazioni ai sensi dell’art. 179decies (usurpazione d’identità) in vigore dal 1. settembre 2023". La digitalizzazione "ha cambiato i paradigmi in specifici campi anche della criminalità. È pertanto fondamentale rispondere a questa evoluzione attraverso la specializzazione e un continuo lavoro di aggiornamento di mezzi e competenze", specifica il Presidente della Ccpcs. Nella nota viene anche specificato come "vi siano reati ai sensi del Codice penale che vengono commessi in prevalenza con supporti digitali. È il caso del riciclaggio di denaro, che viene commesso nell’88.1% dei casi in modalità cyber. Lo stesso vale per la pornografia (85.9%), per la truffa (80%) e per l’acquisizione illecita di dati (82.2%)".
Meno reati contro la Legge sugli stupefacenti
Oltre ai dati sui reati previsti dal Codice penale, nella statistica della polizia criminale vengono pubblicati anche quelli relativi alla Legge sugli stupefacenti (LStup) e alla Legge sugli stranieri e la loro integrazione (LStrl). Il numero di reati contro la LStup è in calo dal 2015: nel 2024, ne sono stati registrati 48'208, l'11,5% in meno rispetto all'anno precedente. Dal canto suo, il numero di violazioni della LStrl è aumentato del 2,9% rispetto al 2023, arrivando a 44'434.
Più persone imputate nel 2024
L'anno scorso, la polizia ha registrato 91'929 persone accusate di reati penali. Di queste, 10'918 erano minorenni, il cui numero è rimasto simile a quello del 2023 (-1%). Il 42,3% del totale era di nazionalità svizzera, il 31,4% era costituito da residenti permanenti stranieri, il 6,7% da richiedenti l'asilo e il 19,6% da altri stranieri senza residenza permanente in Svizzera.