Terrorismo in Germania
Beat Jans sulla sicurezza: "la soluzione non è chiudere le frontiere"
©Gabriele Putzu
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Ats
9 ore fa
Secondo il Consigliere Federale PS la soluzione alle tematiche di sicurezza interna passa piuttosto dal rafforzamento della lotta alla criminalità organizzata, una migliore cooperazione transfrontaliera e una maggiore sicurezza sociale.

Sulla scia dei recenti attentati in Germania e in Austria, il consigliere federale Beat Jans chiede una discussione obiettiva sulla sicurezza. Esprimendosi nel corso del congresso del partito socialista (PS) oggi a Briga (VS), il ministro della giustizia ha però messo in guardia: "non è chiudendo le frontiere che risolveremo il problema". Per il socialista, ciò equivale a stigmatizzare i richiedenti asilo considerandoli tutti individui violenti, e sigillare le frontiere significherebbe stendere del filo spinato tra Svizzera e Germania: "entrambe le cose sono sbagliate e assurde". Il consigliere federale ha puntato il dito contro le "promesse vuote": "è in questo modo che si mina la fiducia nella politica e nella democrazia". Jans ha invece parlato di rafforzare la sicurezza interna: "ciò non avviene mettendo la polizia alle frontiere e facendo controllare i passaporti".

I punti su cui agire

Nel suo discorso il ministro socialista ha citato una serie di punti concreti su cui intervenire: tra le altre cose, il rafforzamento della lotta alla criminalità organizzata e alla violenza domestica e sessuale, una migliore cooperazione transfrontaliera tra le forze di polizia, ma anche una maggiore sicurezza sociale e una migliore integrazione dei rifugiati nel mondo del lavoro. La Svizzera sta facendo meglio di altri Paesi in materia di asilo, ha sottolineato il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP): "Non dobbiamo mai dimenticare la ragion d'essere del sistema di asilo: offrire protezione a persone che sono fuggite da guerre e persecuzioni. Siamo fedeli alla nostra tradizione umanitaria. Stiamo parlando di esseri umani"

Le affermazioni dei co-presidenti: destra internazionale e Svizzera

La co-presidente Mattea Meyer ha orientato il suo discorso intorno alla situazione politica internazionale: “Trump e i suoi tech bros stanno distruggendo le fondamenta della democrazia con campagne di fake news. Hanno modificato gli algoritmi delle loro piattaforme di social media in modo che milioni di persone vedano ogni giorno i loro messaggi di odio”. Il fenomeno concerne anche la Svizzera secondo Meyer: “L'UDC ha deliberatamente seminato odio per anni. I loro Consiglieri nazionali invitano a Palazzo federale persone che si autodefiniscono estremisti di destra e l'ex consigliere federale dell'UDC Ueli Maurer fa campagna per l'AfD, partito di estrema destra”. Dal canto suo il co-presidente Cédric Wermuth ha sottolineato, in vista del dibattito in corso sull'Europa: “L'Europa di Meloni, Weidel e Orban è sinonimo di arbitrio e sfruttamento. Queste persone vogliono distruggere la coesione europea. Noi, invece, siamo a favore di un'Europa delle persone, della libertà e della giustizia sociale”. Non sono mancate le affermazioni rivolte alla Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter sul discorso di J.D. Vance: “Ovviamente, la Presidente della Confederazione e con lei la maggioranza UDC-PLR del Governo vuole avvicinarsi il più rapidamente possibile ai neofascisti di Washington. Così facendo, aiuta Meloni, Weidel e co. nei loro piani per distruggere l'unificazione europea”.