Nonostante il parere contrario del Consiglio federale, ai comuni con una quota di abitazioni secondarie superiore al 20% va concesso più margine di manovra per l'ampliamento di edifici costruiti prima dell'accettazione della cosiddetta "iniziativa Weber". Lo ha ribadito la commissioni dell'ambiente, della pianificazione del territorio e dell'energia del Consiglio nazionale (CAPTE-N) che, per 13 voti a 12, ha approvato per la seconda volta la versione originale del suo progetto di legge frutto di un'iniziativa parlamentare di Martin Candinas (Centro/GR).
Il progetto di legge
Stando al progetto, sottolinea una nota odierna dei servizi parlamentari, in caso di ampliamento di un'abitazione costruita secondo il diritto anteriore, che non supera il 30% della superficie utile, dovrebbe essere nel contempo possibile suddividerla in diverse abitazioni senza limitazioni d'uso. Inoltre, anche in caso di demolizione e riedificazione di un edificio realizzato in virtù del diritto anteriore dovrebbe essere consentito ampliare la superficie al massimo del 30% per far risultare abitazioni supplementari senza imporre limitazioni d'uso.
Una minoranza sostiene il governo
Una minoranza della CAPTE-N sostiene invece il governo, il quale propone che in caso di ampliamento della superficie del 30% al massimo le abitazioni supplementari siano autorizzate soltanto se dichiarate come residenze primarie. Secondo la minoranza questa limitazione impedirebbe che, attraverso la modifica di legge, si accentui la pressione al cambiamento di destinazione delle abitazioni costruite secondo il diritto anteriore. A suo parere, inoltre, la versione della maggioranza della CAPTE-N non rispetta la Costituzione. Per quanto riguarda la demolizione e la riedificazione di edifici realizzati in virtù del diritto anteriore, la stessa minoranza, alla stregua del Consiglio federale, è disposta ad autorizzare lo stesso ampliamento della superficie come nel caso di una ristrutturazione.