Medio Oriente
Cassis all'ONU: "Non dobbiamo cedere alla frustrazione"
© X - Ignazio Cassis
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un anno fa
Così il ministro degli esteri Svizzeri durante il dibattito sulla crisi in Medio Oriente tenutosi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma Cassis -a margine dell'incontro- ha anche parlato del conflitto in Ucraina con il suo omologo russo.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto un dibattito aperto sulla situazione in Medio Oriente. Il consigliere federale Ignazio Cassis ha chiesto nuovi passi verso una soluzione politica del conflitto, che è già costato la vita a troppe persone. A margine del dibattito al Consiglio di sicurezza, ieri il ministro degli esteri ha tenuto anche una serie di colloqui bilaterali. Tra gli altri, ha incontrato il suo omologo russo Serghei Lavrov. È stato il primo incontro tra i due dal settembre 2022, quando la Svizzera aveva tentato di avviare un processo negoziale per una soluzione pacifica del conflitto ucraino al fine di organizzare una conferenza di pace. Cassis non ha rilasciato dichiarazioni specifiche ai media sul contenuto dei colloqui con Lavrov, incentrati su guerra e pace. L'obiettivo era quello di avviare un dialogo, perché senza la Russia non ci sarà soluzione. Nei prossimi giorni il ticinese ha in programma colloqui simili con l'India, la Cina e altri paesi per sondare "quale strada si potrebbe seguire" per trovare una soluzione pacifica al conflitto. Non sarà facile, ha avvertito Cassis. Le posizioni di Russia e Ucraina sono ancora diametralmente opposte.

Andare avanti nonostante la frustrazione

La crisi in Medio Oriente è stata al centro del dibattito aperto al Consiglio di Sicurezza, di cui la Svizzera è attualmente membro. Sotto la presidenza francese e a livello ministeriale, il dibattito del Consiglio è volto a contribuire a un progresso concreto verso una soluzione politica, di sicurezza e umanitaria della crisi in Medio Oriente. Nel suo discorso Cassis ha nuovamente chiesto un cessate il fuoco duraturo e l'attuazione delle due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza adottate alla fine dello scorso anno. Il ministro degli esteri ha parlato di una certa frustrazione riguardo al conflitto in Medio Oriente. Nonostante gli enormi sforzi compiuti, non si è notato alcun effetto. "Ma non dobbiamo arrenderci alla frustrazione. Non dobbiamo scoraggiarci", ha sostenuto. "Dobbiamo unirci per compiere passi concreti verso una soluzione politica di questo conflitto, che è già costato troppe vite".

La soluzione a due Stati rimane la base

Nel percorso verso una pace duratura si devono prendere in considerazione diversi punti chiave. La base per una pace duratura rimane la creazione di una soluzione a due Stati. "Questa è la soluzione che offre a israeliani e palestinesi la prospettiva di vivere in pace e sicurezza", ha dichiarato Cassis. La scorsa settimana il premier israeliano Benyamin Netanyahu aveva respinto la soluzione a due Stati, cosa che il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha definito "inaccettabile" durante il dibattito. Alla domanda dell'agenzia di stampa Keystone-ATS se Cassis condividesse questa valutazione, questi ha spiegato che Guterres è stato "molto chiaro e duro" con questo giudizio, una cosa piuttosto rara. Probabilmente il segretario generale dell'ONU è anche molto addolorato per la morte di circa 150 persone del suo staff. Ora dovremmo cercare di sfruttare questo momento di crisi per fare un passo avanti, ha detto ancora Cassis. E dovremmo abituarci al fatto che si parla sempre più in modo chiaro.

La Svizzera non critica gli altri paesi

Alla domanda se condividesse le critiche di Guterres, Cassis ha ancora spiegato che non spetta alla Svizzera criticare gli altri paesi. Ma la Svizzera ha la sua posizione. Nella sua strategia, il Consiglio federale ha chiaramente affermato che la Svizzera si sarebbe attenuta alla soluzione a due Stati. "E dobbiamo trovare un modo per attuare questa soluzione." Affinché ciò avvenga, devono essere soddisfatte alcune condizioni. "Ora si tratta di discuterle", ha detto Cassis. È importante la posizione assunta dalla comunità internazionale. E alla riunione è emerso chiaramente che, ad eccezione di Israele, i paesi intervenuti al Consiglio di Sicurezza vogliono tutti andare nella stessa direzione.

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