
In 17 anni gli affitti in Svizzera sono aumentati del 22%. È quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall’Ufficio Federale. Va detto che, a fronte dell’aumento superiore a un quinto per le pigioni, l’incremento generale dei prezzi è rimasto sotto al 7%. E per il 2023 gli esperti prevedono un aumento ancora più marcato, visti i vari sviluppi negativi del mercato degli alloggi in locazione. "Per gli inquilini, questo significa che le pigioni pesano in modo sproporzionato sul reddito”, ha commentato Carlo Sommaruga, presidente dell’Associazione Svizzera Inquilini (ASI). “Per le famiglie a basso reddito, in particolare si sono raggiunti i limiti della sopportazione. Temiamo che l'anno prossimo ci saranno disdette di contratti di locazione perché alcune famiglie, senza alcuna colpa, non saranno più in grado di pagare la pigione a fronte dell'aumento dei costi.”
La crisi energetica e le sue conseguenze
“L’aumento dei prezzi delle pigioni”, spiega Sommaruga, “è una costante e probabilmente si accentuerà in futuro vista l’esplosione dei costi d'energia, della diminuzione del numero di abitazioni sfitte e dell'evoluzione prevista del tasso di interesse di riferimento applicabile alle pigioni".
Il ruolo dei soldi
L’anno prossimo c’è chi potrebbe avere problemi a pagare l’affitto e trovare alloggi a prezzi accessibili, scrive l’ASI, sta diventando sempre più difficile. “Purtroppo, alcuni proprietari e locatori, soprattutto le grandi società immobiliari, si concentrano su redditi elevati. Di conseguenza, i prezzi delle pigioni stanno aumentando ancora di più", ha commentato Carlo Sommaruga. Le richieste dell’ASI Di fronte all'aumento delle pigioni, l’Associazione Svizzera Inquilini chiede un migliore controllo dei redditi nel diritto di locazione. L'associazione accoglie inoltre con favore la presentazione di una serie di mozioni volte a migliorare la tutela degli inquilini contro il massiccio aumento dei prezzi dell'energia.