Nella politica climatica globale si manifestano timidi segnali positivi. Quasi ovunque, tranne in Svizzera che resta esclusa: nel rating dei Paesi sul clima retrocede di quattro posizioni, e gli interventi interni per la tutela del clima, la svolta energetica e i finanziamenti per le politiche climatiche internazionali risultano ancora insufficienti. Danno l'esempio Paesi come Danimarca e Gran Bretagna, e anche Francia e Marocco sono in ripresa, distanziando sempre di più il nostro Paese.
Il rating annuale dei paesi sul clima "Climate Change Performance Index" pone in raffronto la quantità di CO2 pro capite emessa, l'andamento delle emissioni e le politiche dei singoli Stati in ambito climatico. Oggi, a Parigi, in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sul clima, sarà presentata l'ultima edizione di questa classifica. La Svizzera retrocede ancora una volta, dal 10° al 14° posto, riportando un risultato nettamente peggiore rispetto allo scorso anno in termini di politica climatica internazionale e mostrando un atteggiamento chiuso sul tema dei finanziamenti. Questi aiuti mirano a favorire uno sviluppo maggiormente sostenibile nei Paesi più poveri, per far fronte agli inevitabili cambiamenti climatici che li travolgono e ai quali hanno contribuito solo in misura minima. A gravare sul risultato svizzero è anche la situazione delle emissioni, che a tutt'oggi non risultano diminuite in modo sostanziale. Rispetto agli altri Paesi, la Svizzera appare fortemente in ritardo anche sul fronte dello sviluppo delle energie rinnovabili. Per quanto riguarda le emissioni provocate dal traffico aereo, responsabili per il 16% dell'impatto sul clima, il nostro Paese figura addirittura agli ultimi posti.
Senza considerare il programma del Consiglio federale, che prevede una riduzione del 30% delle emissioni interne di CO2 entro il 2030: con un simile obiettivo, la Svizzera perde terreno addirittura rispetto agli Stati Uniti, e il suo posizionamento nel rating potrebbe ulteriormente peggiorare. La Svizzera potrebbe invece risalire in classifica se la svolta climatica venisse applicata in seguito a una decisione politica. La tassa sul CO2 e il programma per gli edifici hanno comunque consentito di mettere a segno miglioramenti in termini di efficienza energetica.
Ad aggiudicarsi ancora una volta il primo posto nel rating è la Danimarca, dove l'energia eolica, oltre a figurare fra le più importanti fonti energetiche, è anche tra le più economiche. La Danimarca, a fronte di una crescita economica e della popolazione, ha diminuito il consumo di energia elettrica. Grazie allo sviluppo delle energie rinnovabili e al suo programma per l'abbandono del carbone, la Gran Bretagna si posiziona subito dietro la Danimarca, mentre la Francia compie uno dei più significativi passi avanti avanzando di sei posizioni. Anche il Marocco figura molto più avanti della Svizzera, merito del massiccio sviluppo nel Paese dell'energia eolica e solare e di progetti ambiziosi per la tutela del clima. "I migliori paesi hanno mostrato quantomeno in alcuni settori ciò che è possibile e necessario realizzare", afferma Patrick Hofstetter, responsabile Clima ed Energia presso il WWF Svizzera. "Tali passi avanti devono essere compiuti da tutti i Paesi, e in tutti i settori."
Nel complesso, quello che emerge dal rating è un quadro sconfortante. I primi tre posti in classifica ancora una volta non sono stati assegnati, perché nessun Paese ha fatto abbastanza per raggiungere il target di contenimento del riscaldamento globale entro il 2 gradi. Piccola nota positiva: Cina, USA, e India, i tre maggiori emittenti di CO2, hanno riportato miglioramenti. Il 2015 potrebbe risultare il secondo anno consecutivo senza un aumento delle emissioni di CO2, anche se la crescita economica non si è fermata. Il rating del Climate Action Network (CAN Europe) e dell'organizzazione tedesca per lo sviluppo Germanwatch prende in esame 58 paesi. L'Arabia Saudita resta il fanalino di coda.
Classifica:1-3 non assegnati4 Danimarca5 Gran Bretagna6 Svezia7 Belgio8 Francia9 Cipro10 Marocco14 Svizzera22 Germania34 USA47 Cina61 Arabia Saudita
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