Svizzera
Confederazione taglia fondi per diversità culturale, toccato il Film festival di Locarno
©Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
6 ore fa
I fondi mancheranno dal 2029 quando la Direzione dello sviluppo e della cooperazione sopprimerà tutti i partenariati strategici con gli attori culturali in Svizzera.


Dal 2029 la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sopprimerà tutti i partenariati strategici con gli attori culturali in Svizzera. Tra le istituzioni coinvolte ci sono il Locarno Film Festival, il festival Culturescapes e Visions du Réel. Altre nove istituzioni sono interessate: l'associazione indipendente di promozione culturale artlink, il Festival International de Films de Fribourg (FIFF), le Giornate internazionali del cortometraggio di Winterthur (ZH), il Salon africain du livre di Ginevra, il Fondo culturale Sud, il distributore cinematografico Trigon-Film, il Fondo internazionale per la diversità culturale dell'UNESCO, il fondo di produzione cinematografica Visions Sud Est e lo Zürcher Theater Spektakel. Ad indicarlo è un comunicato odierno congiunto.

Riduzioni già da quest'anno

Da quest'anno la DSC, agenzia che fa capo al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), ha già ridotto del 45% il sostegno ai partenariati strategici con gli attori culturali in Svizzera, passando da 3,7 a 2 milioni di franchi all'anno. Una cifra che è ora interessata da ulteriori risparmi. A dicembre, il Parlamento ha approvato un taglio di 110 milioni nel bilancio 2025 e di altri 321 milioni nel piano finanziario 2026-2028 per le attività di cooperazione allo sviluppo bilaterali e multilaterali.

Tali tagli, inclusa la soppressione di sette cooperazioni di lunga data nei settori del cinema, della letteratura e del teatro, sono già attivi da quest'anno mentre dal 2029 prenderanno fine anche le rimanenti cinque. A dicembre, il Parlamento ha approvato un taglio di 110 milioni nel bilancio 2025 e di altri 321 milioni nel piano finanziario 2026-2028 per le attività di cooperazione allo sviluppo bilaterali e multilaterali.

Colpito anche il Locarno Film Festival

Dai tagli è colpita anche l'iniziativa Open Doors del Locarno Film Festival, che da oltre vent'anni a questa parte apre uno sguardo e sostiene la produzione della settima arte di regioni nelle quali il cinema indipendente è una forma di espressione a rischio. Già dal 2025 Open Doors si è vista ridurre del 25% i finanziamenti della DSC, suo partner principale, aveva spiegato la responsabile dell'iniziativa Zsuzsi Bánkuti in un'intervista a Keystone-ATS lo scorso agosto, quando erano stati annunciati i primi tagli. Dal 2029 anche i restanti fondi verranno soppressi.

Appello al Consiglio federale

Gli attori culturali interessati da queste drastiche misure fanno appello al Consiglio federale nella nota congiunta chiedendo di "sospendere la decisione e di trovare delle soluzioni condivise, aprendo un dialogo costruttivo con i festival, i club, i teatri, i cinema, le associazioni culturali e tutte le parti interessate". "La promozione della cultura è uno degli strumenti essenziali della cooperazione allo sviluppo e, in quanto tale, una delle componenti fondamentali della DSC", vengono citate le istituzione nella nota, esprimendo la loro costernazione. In Svizzera, non esistono opportunità di finanziamento paragonabili, precisa la nota. Con tale decisione, si teme un impoverimento del panorama culturale elvetico.

Sospensione Fondo culturale Sud

Nel 2028, verrà sospeso anche il Fondo culturale Sud, il cui obiettivo è facilitare l'accesso al mercato culturale elvetico agli artisti del Sud e dell'Est del mondo. Ad esempio, gli organizzatori di vari settori culturali in Svizzera possono richiedere un finanziamento se portano in Svizzera artisti del Sud globale. Attualmente il Fondo sostiene centinaia di manifestazioni culturali per un totale di 720'000 franchi, precisa la nota. "Nessuno si sarebbe aspettato che il Fondo culturale Sud venisse soppresso", ha dichiarato Rahel Leupin, direttrice di artlink, all'agenzia Keystone-ATS. "Questo non riguarda solo gli organizzatori di grandi eventi, ma tutti in Svizzera". "Riteniamo che questa soppressione sia davvero sproporzionata", ha aggiunto. La preoccupazione degli attori culturali coinvolti è che tali tagli siano "un passo allarmante in direzione dello smantellamento della cultura a livello federale".