Bürgenstock
Conferenza per la pace in Ucraina, Amherd è favorevole a un follow-up con la Russia
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La presidente della Confederazione sostiene che "è già chiaro che non verrà firmato un accordo di pace alla fine della conferenza". Nel frattempo, l'alto diplomatico elvetico Thomas Greminger afferma che il vertice dovrebbe "idealmente stabilire i mezzi da mettere in atto per coinvolgere la Russia in questo processo".

La presidente della Confederazione Viola Amherd presume che la Conferenza di pace sull'Ucraina organizzata dalla Svizzera a metà giugno sarà solo il preludio di ulteriori negoziati. "Per noi è già chiaro che non verrà firmato un accordo di pace alla fine della conferenza", ha dichiarato la consigliera federale al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung in un'intervista pubblicata oggi. Per raggiungere la pace, è necessario che entrambe le parti siano al tavolo, ha detto, riferendosi al fatto che Mosca non partecipa al vertice. "La Russia potrebbe quindi essere presente a un'eventuale conferenza di follow-up".

In primo piano le questioni umanitarie

Secondo la Svizzera, circa 100 Paesi hanno confermato la loro partecipazione, compresi gli Stati Uniti con la vicepresidente Kamala Harris. La Russia non è stata invitata al vertice, anche se il Governo di Mosca ha chiarito che non avrebbe inviato rappresentanti anche se fosse stata invitata. Amherd ha poi affermato che la conferenza intende creare una piattaforma di dialogo in cui il primo passo sarà quello di discutere come raggiungere la pace in Ucraina. La conferenza non riguarderà la pace in Ucraina in senso stretto, ma "solo" le questioni umanitarie, la sicurezza nucleare, la libertà di navigazione e la sicurezza alimentare. "Vogliamo costruire la fiducia e cercare soluzioni a queste questioni, che sono importanti per la popolazione civile e poi anche per la pace in seguito"

Importante la presenza di Paesi vicini alla Russia

Amherd ha chiarito che per il successo della conferenza è importante anche la partecipazione di Paesi vicini alla Russia. L'India ha confermato la sua partecipazione. Per quanto riguarda il Sudafrica, non è stato ancora deciso nulla di definitivo. Secondo una dichiarazione pubblica, la Cina non vi parteciperà, ma ha anche detto di attribuire grande importanza alla conferenza di pace. I colloqui sono ancora in corso. "Per noi era importante che non fossero coinvolti solo i Paesi dell'Europa occidentale e gli Stati Uniti", ha affermato la presidente.

Greminger: "Bisogna riuscire a coinvolgere Mosca"

Intanto, secondo Thomas Greminger, l'alto diplomatico elvetico che dirige il Centro per la politica di sicurezza di Ginevra (GCSP), la conferenza sull'Ucraina al Bürgenstock dovrebbe "idealmente stabilire i mezzi da mettere in atto per coinvolgere la Russia in questo processo", e anche in caso di partecipazione limitata dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica ai quali si sono aggiunti di recente Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Egitto ed Iran, ndr.), "questo vertice rimane utile". La Russia non è stata invitata all'incontro, che si terrà tra una settimana, perché il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vi si oppone, ma la Svizzera sta cercando di mantenere un legame con Mosca per poterlo riallacciare in futuro.

"Non è un'alleanza contro la Russia"

"È importante che la conferenza non sia vista come un'alleanza contro la Russia", ha spiegato Greminger in un'intervista a Keystone-ATS. Ciò che deve emergere è uno "sforzo sincero per trovare una soluzione pacifica e duratura al conflitto", ha aggiunto l'ex segretario generale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), onorando al contempo gli interessi legittimi dell'Ucraina. "Se questi due aspetti non saranno garantiti, la Svizzera potrebbe essere accusata di aver avviato un processo unilaterale", avverte il direttore del GCSP.

Alcuni Paesi ancora in sospeso

Mosca, da parte sua, ha respinto in anticipo le conclusioni di un vertice che considera asservito al piano di pace in dieci punti del presidente ucraino. I suoi alleati, in particolare la Cina e il Brasile, membri come lei del gruppo BRICS, hanno subordinato la loro partecipazione all'invito della Russia, ma Greminger rimane cauto, invitando ad aspettare fino all'ultimo minuto per vedere se Pechino non decida di aderire in un modo o nell'altro. "La partecipazione limitata dei BRICS e di altri Paesi non allineati potrebbe dare l'impressione che il vertice sia dominato dagli interessi occidentali", ammette Greminger.

Il vertice "resta utile"

Nonostante questa sfida, il vertice "rimane utile", a suo avviso. Permette di ascoltare tutte le proposte di pace in un formato che potrebbe "gradualmente attrarre un sostegno più ampio da parte della comunità internazionale". È necessaria una "partecipazione significativa di rappresentanti dell'emisfero meridionale" per evitare una divisione "dell'Occidente contro il resto del mondo", sottolinea il direttore del GCSP. Circa la metà delle delegazioni annunciate finora sono non occidentali. D'altra parte, le questioni di territorialità dovrebbero essere lasciate per un secondo momento: "bisogna prima fare progressi sulle garanzie di sicurezza per ciascuna parte", al fine di stabilire la fiducia che consentirà alla fine un dialogo di pace tra Kiev e Mosca, insiste l'ex capo dell'OSCE.

Mosca potrebbe "accettare" la Conferenza

Oltre alla questione della partecipazione russa, negli ultimi mesi si è spesso registrato un tono dissonante sull'organizzazione del vertice tra un'Ucraina in guerra e una Svizzera che è tornata con il Bürgenstock nel gioco politico su questo conflitto. Kiev ha assunto l'opinione che chi non partecipa sostiene la guerra, un tono radicale che contrasta con quello della Svizzera, che parla di una prima tappa di un lungo processo verso la pace. "È legittimo che l'Ucraina cerchi di usare questa conferenza come una piattaforma per promuovere le proprie idee", ha detto l'ambasciatore elvetico, "mentre la Svizzera ha chiarito fin dall'inizio che voleva organizzare una conferenza inclusiva", permettendo a tutti di difendere i propri piani di pace. "C'erano due opzioni possibili: non fare nulla o prendere l'iniziativa. La Svizzera ha scelto la seconda" con il suo consueto ruolo di buoni uffici, aggiunge. Se l'incontro non viene visto come un'alleanza contro la Russia, "allora la Russia, anche se non approva la conferenza, potrebbe accettarla".