Il congedo mestruale è diventato realtà nella città di Friburgo. Lunedì sera il Consiglio comunale ha approvato l’introduzione di un congedo di tre giorni per le dipendenti comunali in caso di cicli invalidanti. Il tutto senza dover presentare un certificato medico. Durante i dibattiti è stato infatti ritenuto che la dismenorrea, ovvero il dolore dovuto al mestruo, è ancora un fenomeno sottovalutato nel mondo del lavoro. Ne abbiamo parlato con la coordinatrice dei consultori EOC Mariachiara Pusterla e Lisa Boscolo, deputata socialista in Gran Consiglio.
Il 50% delle donne soffre durante il ciclo mestruale
“Ci sono molte donne che, in un modo o nell’altro, sentono una differenza rispetto a quando non hanno le mestruazioni", spiega Pusterla. "Per alcune è molto invalidante, basti pensare a patologie come l’endometriosi che possono toccare una donna su dieci in età fertile”, spiega la coordinatrice. In questo senso, uno dei sintomi sono proprio i dolori mestruali molto forti. “Alcuni studi dicono infatti che quasi il 50% delle donne si trova in difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane quando ha il ciclo. Questo sia a livello professionale che personale”.
Un tema stigmatizzato e tabù
Ancora oggi, il tema delle mestruazioni non viene affrontato con il giusto approccio. Basti pensare a come vengono presentate le pubblicità degli assorbenti in cui viene spesso impiegato un liquido bluastro come sostituto al sangue. Ma non solo: “il dolore mestruale inoltre è quasi normalizzato. Per molti il fatto che la donna soffra una volta al mese è normale, quindi è difficile per la persona direttamente interessata autorizzarsi a cercare aiuto, perché avere male può comunque essere gestibile, ma quando diventa intenso è importante cercare aiuto”.
Situazione in Ticino
A Friburgo l’introduzione del congedo fa seguito a una proposta avanzata da cinque membri donne provenienti dalle file dei Verdi, del PS e dei Verdi liberali. Per capire a che punto siamo a livello ticinese ne abbiamo parlato con Lisa Boscolo, deputata socialista in Gran Consiglio. “Io credo che in questo momento non abbiamo né la sensibilità né le maggioranze necessarie per poter affrontare un discorso in questo senso. Inoltre, se guardiamo le condizioni in cui siamo – in cui vi è uno smantellamento dello Stato per quanto riguarda i diritti delle e dei dipendenti cantonali – vedo difficile poter affrontare un discorso in tal senso. Però è opportuno”. Boscolo sottolinea infatti come riconoscere un congedo mestruale, anche solo di due giorni, alle proprie dipendenti comunali e cantonali “non è un privilegio, ma un’opportunità di copertura”.
Come sensibilizzare
Cosa fare quindi per sensibilizzare maggiormente sul tema? “Sicuramente parlare di diritto alla salute – che è fondamentale – è un primo punto. Iniziare, inoltre, a tematizzare la questione prendendo spunto dalla città di Friburgo è un primo importante passo, così come parlarne e uscire dai tabù e dallo stigma che la condizione della donna è quella di soffrire. Ma non è normale: la sofferenza è qualcosa che invalida la vita quotidiana delle donne, quindi è una questione veramente di salute e va affrontato dando due giorni di congedo mestruale. In questo modo le persone si possono avvalere del diritto e credo sia un’ottima soluzione”, ha concluso Boscolo.