Consiglio federale
Controprogetto sulle pellicce, in futuro i prodotti ottenuti infliggendo sofferenza saranno vietati
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Keystone-ats
6 ore fa
Col suo controprogetto, l'esecutivo intende modificare la legge sulla protezione degli animali. In futuro, secondo le intenzioni del Consiglio federale, importazione, transito e commercio di pellicce e prodotti derivati ottenuti infliggendo sofferenze agli animali dovranno essere vietati in Svizzera. Il motivo? L'obbligo di dichiarazione in vigore è lungi dall'essere rispettato.

Il controprogetto del Consiglio federale all'iniziativa popolare "sulle pellicce" piace alla maggior parte delle cerchie consultate, tanto che lo stesso comitato che ha lanciato la proposta di modifica costituzionale potrebbe ritirare, a determinate condizioni, la propria iniziativa. È quanto emerge dalla risposta del comitato alla consultazione, che si chiudeva oggi, avviata dal Governo il 21 di agosto scorso. L'iniziativa popolare che intende vietare l'import di pellicce ottenute infliggendo sofferenze agli animali ha raccolto 113'474 firma valide. Il testo è stato lanciato assieme all'iniziativa che intende vietare l'importazione di "foie gras" nel giugno 2022 da Alliance Animale Suisse, un'associazione che raggruppa organizzazioni come Animal Trust, Wildtierschutz Schweiz e Animal équité.

350 tonnellate di pellicce all'anno

Al momento della consegna delle firme, avvenuta verso la fine di dicembre 2023, Alliance Animale Suisse aveva sostenuto che in Svizzera arrivano annualmente circa 350 tonnellate di pellicce, per le quali vengono uccisi circa 1,5 milioni di animali. Più della metà di questi prodotti proviene dalla Cina, dove i maltrattamenti nei confronti delle bestie sono quotidiani, lamentava Alliance Animale Suisse. Col suo controprogetto, l'esecutivo intende modificare la legge sulla protezione degli animali. In futuro, secondo le intenzioni del Consiglio federale, importazione, transito e commercio di pellicce e prodotti derivati ottenuti infliggendo sofferenze agli animali dovranno essere vietati in Svizzera. Il motivo? L'obbligo di dichiarazione in vigore è lungi dall'essere rispettato.

Iniziativa respinta, ma la questione resta importante

Pur respingendo l'iniziativa popolare "Sì al divieto di importare prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali (Iniziativa pellicce)", poiché problematica dal punto di vista degli obblighi internazionali del Paese, il Consiglio federale ha voluto tenere conto di questa "importante questione", spingendosi addirittura più lontano rispetto alla proposta di modifica costituzionale, sancendo infatti anche il divieto di commercio all'interno della Svizzera. L'iniziativa popolare, sottolinea il comunicato, prevede infatti soltanto il divieto di importazione. Se tutto andrà come prevede l'esecutivo, le pelliccerie, i negozi di abbigliamento e i rivenditori online, al momento dell'acquisto di prodotti di pellicceria, dovranno in futuro chiarire il relativo metodo di produzione e fornire la prova che tale metodo non abbia inflitto sofferenze.

Controprogetto giudicato soddisfacente

Stando al comitato d'iniziativa, la proposta governativa è soddisfacente in sé per quanto attiene agli obiettivi che persegue. Tuttavia, le eccezioni contenute nell'ordinanza non sono accettabili nella formulazione attuale. Qualora il Consiglio federale dovesse modificare simili disposizioni e il parlamento adottare il controprogetto, allora "sarebbe possibile ritirare l'iniziativa sulle pellicce, poiché ha raggiunto il suo scopo". Per quanto attiene ai partiti, il controprogetto raccoglie solo consensi: PLR, PS, Centro e Verdi si sono detti soddisfatti. Al momento solo l'UDC non ha pubblicato la propria posizione al riguardo.

Reazioni dei partiti

Per quanto attiene ai partiti, il controprogetto raccoglie solo consensi, tranne un'eccezione: mentre PLR, PS, Centro e Verdi si sono detti soddisfatti, l'UDC respinge sia l'iniziativa che il controprogetto. Quest'ultimo, infatti, non si orienta al diritto svizzero per quanto attiene alla definizione di "sofferenza animale", bensì ai principi guida della "World Organisation for Animal Health" (WOAH), un'organizzazione internazionale che conta 183 membri.