
L'ondata di antisemitismo scatenata dagli attacchi terroristici di Hamas e dalla guerra a Gaza si è leggermente attenuata. Ma le indagini del rapporto sull'antisemitismo della Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) e della Fondazione contro il razzismo e l'antisemitismo (GRA) mostrano che il numero di episodi "ha raggiunto un livello senza precedenti". Secondo quanto rivelano le due associazioni nel rapporto, gli ebrei in Svizzera subiscono l'antisemitismo "in modo più diretto ed evidente rispetto al passato".
Le cifre
Rispetto al periodo che precede gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, nel corso dei mesi si sono registrati episodi antisemiti in maniera costante e molto più frequente. Per il 2024 si contano 221 casi, pari a un aumento del 42,5% in confronto al 2023 (155 casi) e addirittura del 287% in confronto al 2022 (57). Nell'intero anno di riferimento si sono verificati 11 episodi di violenza mentre prima del 2023 "si registrava un solo episodio all'anno o addirittura nessuno". Un massiccio aumento si osserva anche nella categoria delle dichiarazioni antisemite, il cui numero è salito a 103 (nel 2023 erano 38, 6 nel 2022). Con 42 casi, il numero di ingiurie antisemite è invece leggermente inferiore rispetto a quello registrato nell’anno precedente (47 nel 2023). Il numero di scritte è rimasto pressoché invariato con 44 casi, così come il numero di manifestazioni e di manifesti/striscioni. Dopo molto tempo, sono stati nuovamente segnalati due danneggiamenti. "In quasi tutte le categorie si sono osservati aumenti, talvolta esponenziali, rispetto agli anni che precedono il 7 ottobre 2023", evidenziano le due associazioni.
La FSCI e la GRA chiedono che sia garantita la sicurezza degli ebrei in Svizzera
Alla luce di questi dati, che hanno "comportato cambiamenti significativi per la vita degli ebrei in Svizzera", la FSCI e la GRA chiedono alla società e alla politica di garantire la sicurezza della vita ebraica in Svizzera. "Non c’è solo la necessità di agire, ma soprattutto quella di colmare le lacune esistenti", rimarcano nella nota. "La sicurezza delle istituzioni ebraiche deve essere garantita a lungo termine mediante misure di polizia e un sostegno attivo alle misure di sicurezza locali". Inoltre secondo le due associazioni è necessario costruire "una base giuridica valida contro i discorsi di incitamento all’odio online che preveda anche un intervento decisivo sulle piattaforme di social media e sui servizi di messaggistica per fermare la diffusione dell’odio".