Economia
Dazi, "la Svizzera è tra i Paesi con cui gli Usa vogliono trovare una soluzione"
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Redazione
7 ore fa
Lo ha dichiarato la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter dopo il suo incontro con il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent. "Gli Usa sono interessati ad avviare negoziati con partner commerciali importanti. E noi siamo tra questi".

"Scambio produttivo". Così la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter ha definito il suo incontro di ieri a Washington con il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent. Incontro durante il quale, scrive la direttrice del DFF su X, "abbiamo discusso di questioni economiche chiave e di opportunità per una maggiore collaborazione tra i nostri due Paesi". La Svizzera figura tra i 15 Paesi con cui gli Stati Uniti intendono trovare rapidamente una soluzione alla questione dei dazi doganali, ha spiegato Keller-Sutter. La crisi commerciale globale, innescata a inizio aprile dal presidente americano con la minaccia di nuovi dazi, è stata al centro dei colloqui. "Abbiamo percepito chiaramente che gli Usa sono interessati ad avviare negoziati con partner commerciali importanti. E noi siamo tra questi", ha dichiarato la "ministra" elvetica alla stampa. Durante il faccia a faccia con Bessent, è stata discussa la redazione di una dichiarazione d'intenti comune, che potrebbe presto sfociare in un vero e proprio mandato negoziale. "L'economia può anche adattarsi a cattive soluzioni o a leggi imperfette, ma ciò con cui non può convivere è l'incertezza", ha sottolineato la consigliera federale.

Un canale diretto tra i governi

Keller-Sutter ha definito "un progresso importante" l'istituzione da parte del Governo americano di un incaricato dedicato alla gestione dei rapporti tra i ministeri statunitensi delle finanze e dell'economia e il Governo svizzero. Fino ad ora, le comunicazioni erano piuttosto difficili, ha commentato la consigliera federale. Non c'è ancora una roadmap con date precise, ha spiegato stamane la "ministra" ai microfoni di SRF, sottolineando che è in gioco l'occupazione e il benessere economico della Svizzera, e che serve quindi una soluzione.

Collaborazione economica rafforzata

Keller-Sutter si trova a Washington con il "ministro" dell'economia Guy Parmelin e rappresentanti della Banca nazionale svizzera (BNS), in occasione dell'assemblea di primavera del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca mondiale. Dopo un incontro con il rappresentante Usa per il commercio, Jamieson Greer, Parmelin ha dichiarato che la Svizzera "ha qualcosa da offrire" agli Stati Uniti. Washington è interessata a maggiori investimenti da parte delle imprese elvetiche, in un'ottica di reindustrializzazione americana, in particolare nei settori farmaceutico e biotecnologico. Parmelin ha inoltre annunciato una prossima visita in Svizzera della ministra dell'istruzione americana, Linda McMahon.

Un nuovo ordine globale

Secondo Keller-Sutter, il mondo non tornerà più al vecchio ordine: "Stiamo assistendo a un chiaro sconvolgimento, che certamente era già in atto, ma che ora si sta manifestando in modo accelerato e dirompente", ha dichiarato. A suo avviso, occorre imparare a muoversi secondo nuove regole. "Ho la sensazione che questo non sia ancora stato compreso ovunque", ha aggiunto.

"Improbabile che Usa rinuncino del tutto a misure protezionistiche"

L'offensiva sui dazi lanciata dal presidente americano Donald Trump ha dominato le discussioni della delegazione svizzera durante l'assemblea dell'FMI, dove molti Paesi, inclusa la Svizzera, puntano a ottenere condizioni più favorevoli. Berna ha inoltre ricordato il ruolo centrale di FMI e Banca mondiale per la stabilità del mercato globale, mentre l'amministrazione Trump ha criticato duramente l'orientamento strategico delle due istituzioni, accusandole di concentrarsi troppo sul clima e sull'uguaglianza, a scapito delle loro missioni principali. Keller-Sutter ha infine dichiarato che dazi pari allo 0% sarebbero "giusti" e auspicabili, visto che la Svizzera non applica tariffe industriali. Tuttavia, ha ammesso, è improbabile che gli Stati Uniti  rinuncino completamente a misure protezionistiche. "Vedremo come andrà a finire", ha concluso.

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