L'UDC si batterà con tutti i mezzi a sua disposizione per una Svizzera libera e indipendente, è stato affermato oggi all'assemblea dei delegati a Balsthal (SO). Nella votazione sul pacchetto di accordi bilaterali il partito esige una maggioranza sia del popolo che dei cantoni. I circa 500 presenti hanno ascoltato una serie di discorsi degli esponenti dell'Unione democratica di centro. Parole combattive, a volte drastiche, con un unico messaggio: il pacchetto di trattati negoziato dal Consiglio federale con l'UE deve essere abbattuto.
Dettling: "Pacchetto avvelenato dell'UE"
Il presidente del partito Marcel Dettling vuole rimandare al mittente il "pacchetto avvelenato dell'UE", che non è altro che un "trattato di sottomissione". La Svizzera viene messa in manette, ha detto il consigliere nazionale svittese nel suo discorso. Se il Consiglio federale non ha la forza di difendere la sovranità della Svizzera, allora deve farlo l'UDC. "Lo prometto a tutti i partiti del paese che sono stanchi della Svizzera: l'UDC si batterà con tutte le sue forze per una Svizzera libera e indipendente", ha avvertito Dettling. Con il pacchetto di accordi, il paese deve subordinarsi all'UE. Bruxelles dà ordini e Berna li esegue. "Non siamo più noi svizzeri a decidere, ma i burocrati di Bruxelles", ha affermato il 43enne parlando ai delegati attorniato da due alabarde. A suo dire questa museruola rappresenta l'abbandono della democrazia diretta: "vogliono mettere a tacere gli svizzeri". Secondo il presidente dell'UDC, i bilaterali previsti alimenteranno ulteriormente l'immigrazione, e l'immigrazione nello Stato sociale continuerà a crescere. L'accordo non si fermerà qui e la pressione aumenterà ulteriormente, ha avvertito. Alla fine del suo discorso, alcuni suonatori di campanacci ("Treichler") hanno attraversato la sala.
Blocher, "trattato coloniale"
Da parte sua l'ex consigliere federale Christoph Blocher ha descritto il pacchetto di accordi come "un tipico trattato coloniale", che mette fine all'approccio bilaterale. Gli spiriti maligni vogliono spingere la Svizzera nell'UE, ha detto Blocher, aggiungendo che per 40 anni l'UDC è stato l'unico partito a lottare contro questo progetto. A suo avviso ora la Svizzera si trova di nuovo di fronte a una "nuova questione vitale". "Non siamo disposti a rinunciare alla libertà che i nostri antenati hanno conquistato con dure battaglie. Non lo permetteremo mai, mai, mai", ha ammonito. "Bisogna resistere, non adattarsi." L'UDC ha ribadito la richiesta che votino a favore dei trattati sia la maggioranza del popolo che quella dei cantoni. André Rüegsegger, membro del Consiglio di Stato svittese, ha affermato che la doppia maggioranza è obbligatoria: il contenuto e il significato materiale di questi trattati si situano chiaramente al livello della Costituzione. Secondo gli osservatori l'approvazione da parte della maggioranza dei cantoni alzerebbe l'ostacolo per un via libera ai trattati.
Grüter, "sarà la madre di tutte le battaglie"
Anche altri oratori hanno criticato il pacchetto. Il consigliere nazionale zurighese e vicepresidente del partito Thomas Matter ha affermato che l'immigrazione di massa rappresenta un "affare svantaggioso". Il collega lucernese Franz Grüter ha dichiarato che "siamo pronti per la prossima grande battaglia per garantire l'autodeterminazione degli svizzeri". "Sarà la madre di tutte le battaglie", ha detto aggiungendo che "siamo pronti a salire sul ring". Mentre l'ex consigliere nazionale zurighese ed editore della "Weltwoche" Roger Köppel ha asserito che i trattati dell'UE porterebbero in Svizzera povertà, immigrazione e burocrazia. Il popolo svizzero non esiste più nell'immaginario dei burocrati di Bruxelles e Berna. A suo dire l'UE non ha alcun rispetto per la Svizzera, la democrazia, i Cantoni e il popolo svizzero. Per Köppel "è una questione di esistenza o di non esistenza della Svizzera." Oggi i delegati hanno anche adottato la raccomandazione di voto per la votazione federale del 9 febbraio: l'iniziativa sulla responsabilità ambientale è stata respinta all'unanimità.