Pandemia
Diminuiti di due terzi gli interventi negli ospedali
©Gabriele Putzu
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Keystone-ats
2 anni fa
È stato rispettato il divieto temporaneo di trattare i casi non urgenti negli ospedali durante la pandemia di coronavirus. Da marzo ad aprile 2020 sono nettamente diminuite le operazioni rispetto all’anno precedente.

Sono scesi di due terzi gli interventi negli ospedali svizzeri durante il culmine della prima ondata di coronavirus nel 2020 rispetto all’anno precedente. Il divieto temporaneo di trattare i casi non urgenti nel periodo da marzo ad aprile è stato rispettato. Lo mostra uno studio pubblicato oggi dell’Osservatorio svizzero della salute (Obsan).

-40% di interventi al cuore

Tra il 16 marzo e il 26 aprile 2020, nel periodo del semi-confinamento, sono stati eseguiti meno interventi importanti, ossia non eludibili perché salva-vita, stando a uno studio pubblicato oggi dall'Osservatorio svizzero della salute (Obsan). Tuttavia, in questo caso la flessione è stata significativamente inferiore rispetto agli interventi non urgenti.

In particolare, si è registrato un calo di oltre il 40% degli interventi a livello di coronarie (cuore) in pazienti in cui non era stato diagnosticato un precedente infarto. Il calo è stato meno marcato per gli interventi su tumori. Le appendicectomie, anch'esse considerate interventi urgenti, si sono ridotte del 9% e i trattamenti ospedalieri per ictus addirittura del 14%.

Un terzo in meno di operazioni

Complessivamente, durante il semi-confinamento della primavera 2020 sono stati eseguiti un terzo in meno di trattamenti in regime stazionario. Secondo l'Obsan, il minor numero di interventi e diagnosi è stato compensato entro la fine di quell'anno. Nell'arco del 2020 si è registrata globalmente una diminuzione del 6% rispetto al 2019.

Tra il 16 marzo e il 26 aprile 2020, gli ospedali non potevano effettuare "esami e trattamenti non urgenti dal punto di vista medico". Anche dopo il semi-confinamento, secondo l'Obsan, i nosocomi hanno dovuto rinviare, a fasi alterne, diversi interventi, sia perché si presumeva che i posti letto dovessero rimanere liberi, sia perché il tasso massimo di occupazione era stato raggiunto.

Non è possibile valutare le ripercussioni

Secondo l'Obsan non è al momento possibile valutare, sulla base dei dati disponibili, le ripercussioni dei rinvii, o annullamento, dei trattamenti sulla salute delle persone interessate. A tale scopo sono necessari ulteriori studi che includano anche, per esempio, informazioni sulla qualità di vita del paziente.

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