Sono scesi di due terzi gli interventi negli ospedali svizzeri durante il culmine della prima ondata di coronavirus nel 2020 rispetto all’anno precedente. Il divieto temporaneo di trattare i casi non urgenti nel periodo da marzo ad aprile è stato rispettato. Lo mostra uno studio pubblicato oggi dell’Osservatorio svizzero della salute (Obsan).
-40% di interventi al cuore
Tra il 16 marzo e il 26 aprile 2020, nel periodo del semi-confinamento, sono stati eseguiti meno interventi importanti, ossia non eludibili perché salva-vita, stando a uno studio pubblicato oggi dall'Osservatorio svizzero della salute (Obsan). Tuttavia, in questo caso la flessione è stata significativamente inferiore rispetto agli interventi non urgenti.
In particolare, si è registrato un calo di oltre il 40% degli interventi a livello di coronarie (cuore) in pazienti in cui non era stato diagnosticato un precedente infarto. Il calo è stato meno marcato per gli interventi su tumori. Le appendicectomie, anch'esse considerate interventi urgenti, si sono ridotte del 9% e i trattamenti ospedalieri per ictus addirittura del 14%.
Un terzo in meno di operazioni
Complessivamente, durante il semi-confinamento della primavera 2020 sono stati eseguiti un terzo in meno di trattamenti in regime stazionario. Secondo l'Obsan, il minor numero di interventi e diagnosi è stato compensato entro la fine di quell'anno. Nell'arco del 2020 si è registrata globalmente una diminuzione del 6% rispetto al 2019.
Tra il 16 marzo e il 26 aprile 2020, gli ospedali non potevano effettuare "esami e trattamenti non urgenti dal punto di vista medico". Anche dopo il semi-confinamento, secondo l'Obsan, i nosocomi hanno dovuto rinviare, a fasi alterne, diversi interventi, sia perché si presumeva che i posti letto dovessero rimanere liberi, sia perché il tasso massimo di occupazione era stato raggiunto.
Non è possibile valutare le ripercussioni
Secondo l'Obsan non è al momento possibile valutare, sulla base dei dati disponibili, le ripercussioni dei rinvii, o annullamento, dei trattamenti sulla salute delle persone interessate. A tale scopo sono necessari ulteriori studi che includano anche, per esempio, informazioni sulla qualità di vita del paziente.