
Per tutelare i lavoratori dal dumping sociale e salariale, timore diffuso in relazione ai rapporti con l'Ue, partner sociali e Cantoni si sono messi d'accordo su tutta una serie di misure interne di cui oggi il Consiglio federale ha preso nota. Tale risultato, confluito in una dichiarazione congiunta, è stato raggiunto dopo una sessantina di colloqui fra le organizzazioni mantello delle parti sociali e dei Cantoni, sotto la guida del consigliere federale Guy Parmelin, spiega una nota governativa odierna. Sulla base di quanto discusso, l'esecutivo propone ulteriori provvedimenti. In particolare, tali misure servono a compensare le concessioni fatte all’Ue per quanto riguarda il termine di notifica per i lavoratori distaccati (che dovrebbe passare dagli attuali 8 giorni a 4) e che la cauzione possa essere richiesta solo se è stata rilevata un’infrazione durante la prestazione di servizi precedente.
Cosa ha proposto il Governo
Per quanto attiene alle notifiche, il Governo si propone, per esempio, di sviluppare ulteriormente la procedura centrale di notifica (triage, automazione delle fasi del processo, adeguamenti organizzativi per evitare interruzioni del sistema) e l'obbligo per i fornitori di servizi transfrontalieri di designare una persona di contatto in Svizzera. L'esecutivo pensa anche all'introduzione di sanzioni amministrative, fino al divieto di fornire servizi, in caso di mancato pagamento della cauzione, se recidivo, e Certificazioni CCL come standard negli appalti pubblici come prova delle condizioni salariali e lavorative.
Le altre misure
Altre misure interne riguardano i rimborsi spese. Su quest'ultimo aspetto, Bruxelles vuole applicare il proprio regolamento. Berna intende sfruttare al massimo il margine di manovra a livello di politica interna affinché venga applicato il diritto elvetico. Il Consiglio federale propone anche misure per salvaguardare i contratti collettivi di lavoro già oggi dichiarati di obbligatorietà generale e preconizza una migliore protezione giuridica per le aziende svizzere che potrebbero essere assoggettate a un CCL di obbligatorietà generale.