
Il "ministro" zughese della sanità Martin Pfister si è lanciato come sfidante nella corsa alla successione di Viola Amherd in Consiglio federale. Poco noto a Berna, è però riuscito a convincere grazie alla sua esperienza in un esecutivo cantonale, alla sua origine, quella Svizzera centrale che mancava da molto tempo in governo, e al suo grado di colonnello dell'esercito. Lo zughese ha annunciato la sua candidatura solo poche ore prima della scadenza fissata dal Centro. Se tutti conoscevano il suo omonimo Gerhard, presidente del partito, Martin Pfister era considerato un "grande sconosciuto". Ed è così che si è presentato ai media, facendo ironicamente riferimento anche alla sua grande altezza.
Accademico e appassionato lettore
Sessantunenne, sposato, ha quattro figli grandi e quattro nipotini. Dopo aver studiato all'Università di Friburgo, colui che di formazione è storico e germanista, ha insegnato lì, oltre che nella scuola dell'obbligo, prima di dirigere organizzazioni economiche e consigliare ong in qualità di consulente indipendente. Nel tempo libero, il nativo di Zugo ama fare jogging, escursioni e visitare luoghi culturali. La lettura è particolarmente importante per lui: "anche un consigliere federale dovrebbe poter leggere un libro" al di fuori dei suoi impegni di lavoro, ha affermato.
Idee chiare sull'esercito
Da quando si è lanciato nella corsa al Consiglio federale, Pfister ha parlato molto del suo passato militare come colonnello, proprio perché il successore di Viola Amherd dovrà probabilmente occuparsi del "suo" Dipartimento, quello della difesa (DDPS). Tra il 2004 e il 2012 ha comandato un battaglione di salvataggio nei Cantoni di Zugo, Uri, Svitto, Grigioni e Ticino. Durante la sua campagna in vista dell'elezione odierna, lo zughese ha auspicato maggiori risorse per le forze armate, poiché le truppe non sono a suo dire sufficientemente equipaggiate. Intende inoltre sfruttare maggiormente la cooperazione della Svizzera con la NATO, senza che la Confederazione vi aderisca.
Il ritorno della Svizzera centrale
La Svizzera centrale non aveva un esponente in Consiglio federale da quando il PLR lucernese Kaspar Villiger (PLR) ha lasciato l'esecutivo nel 2003. Il Canton Zugo è stato rappresentato per l'ultima volta in governo tra il 1974 e il 1982, dal PPD (ora: il Centro) Hans Hürlimann. L'elezione in Consiglio federale di un candidato che non ha mai fatto parte del Parlamento nazionale è un evento raro. L'ultima volta era accaduto alla fine del 2007, quando Eveline Widmer-Schlumpf era stata designata al posto di Christoph Blocher, estromesso dall'esecutivo dopo un solo mandato. Pfister è riuscito a ripetere questa impresa facendosi conoscere dai parlamentari nelle ultime settimane, pur non avendo una rete di conoscenze a Berna. "Ne è capace", ha sostenuto l'ex "senatore" zughese Peter Bieri, che ha lasciato il Consiglio degli Stati nel 2015. Ed è stato proprio Bieri a chiedere a Pfister di lanciarsi in politica. Membro del Gran Consiglio di Zugo per dieci anni e presidente della sezione cantonale dell'allora PPD per quattro anni, è stato eletto in Consiglio di Stato nel 2016, succedendo a Peter Hegglin, eletto a sua volta "senatore".
Efficiente e attento
"Ministro" cantonale della sanità per nove anni, è stato rieletto nel 2018 e nel 2022 con il risultato più alto tra i cinque consiglieri di Stato zughesi. Da sinistra a destra, i parlamentari del suo cantone hanno sottolineato il suo spirito di "gran lavoratore" e la sua padronanza dei temi. È stato anche elogiato per essere un buon ascoltatore, molto efficiente e per aver gestito bene la crisi pandemica, ispirando fiducia in un momento di polarizzazione. Secondo i suoi avversari politici socialisti e Verdi, Pfister è un "borghese dalla mente aperta", "non un sostenitore della destra dura". Di fronte alla politica da paradiso fiscale del governo zughese, la sinistra ha però criticato la sua "mancanza di visione" e il suo atteggiamento "poco coraggioso", in un momento in cui la classe media soffre per il costo della vita a Zugo. A queste critiche, Pfister ha risposto sostenendo di essere riuscito a raggiungere un equilibrio tra un'ottima qualità delle cure e un livello moderato dei premi malattia. Grazie alla grande prosperità del Cantone e alle sue casse piene, le autorità sono state in grado di ridurre i premi di assicurazione malattia aumentando le spese in questo settore, assumendo in particolare il 99% dei costi ospedalieri stazionari nel 2026 e 2027.