In merito all’approvvigionamento di corrente, e ai timori di un black-out, sia Swissgrid che la ElCom, pensano che sia importante addivenire a un accordo a lungo termine sull’energia con l’Ue. Accordi tecnici, per quanto auspicabili, possono essere utili solo per un breve periodo.
È quanto indica una nota odierna dei servizi parlamentari, in merito a un incontro tra la Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S) con rappresentanti della società che gestisce la rete ad altissima tensione elvetica e la Commissione federale dell’energia elettrica. Per queste due istanze, i contratti tra gestori di rete dei sistemi di trasmissione di energia elettrica non rappresentano una soluzione durevole poiché non tengono conto di tutti gli aspetti che sarebbero stati affrontati dall’accordo sull’energia mancante. Gli accordi tecnici possono costituire una soluzione minima per un periodo transitorio, ma non possono rappresentare un approccio a lungo termine, precisa la nota.
Un grido d’allarme, quest’ultimo, lanciato dalla stessa Elcom già l’estate scorsa. A medio e lungo termine, la Svizzera rischia di essere confrontata con seri problemi di approvvigionamento in elettricità una volta che le centrali atomiche in funzione verranno spente e in assenza di un accordo con l’Ue sul dossier, aveva messo in guardia Elcom. Sempre nel corso della sua seduta, la CPE-S ha inviato una lettera al Consiglio federale chiedendo un coordinamento più stretto dei dipartimenti sul dossier europeo e un’informazione tempestiva da parte di quest’ultimo alle commissioni della politica estera dei due rami del Parlamento circa l’agenda della politica europea del governo, oggetto discusso assieme al ministro degli esteri Ignazio Cassis.
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