
Consentire ai rifugiati idonei di accedere a una formazione di livello universitario in Svizzera: ciò consentirebbe di colmare la carenza di manodopera qualificata nel Paese e darebbe a queste persone l'opportunità di proseguire o completare i loro studi. È un'iniziativa della Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) e della Conferenza delle Rettrici e dei Rettori delle scuole universitarie svizzere (swissuniversities), che hanno lanciato un programma pilota.
Il programma
Promuovere l'accesso dei rifugiati a una formazione riconosciuta costituisce uno dei principali obiettivi dell'Agenda Integrazione Svizzera lanciata da Confederazione e Cantoni, ricorda la SEM in una nota odierna. Per questo motivo, in collaborazione con swissuniversities, si è deciso di ideare un programma che consenta ai rifugiati che presentano il potenziale corrispondente di accedere a una formazione di livello terziario durante il prossimo quadriennio.
Cinque progetti
Per la prima fase sono stati selezionati cinque progetti delle università di Basilea, Losanna e Lucerna, nonché della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale e della Scuola universitaria di pedagogia di Lucerna. La SEM sosterrà, tra il 2025 e il 2028, con un finanziamento di partenza globale di 1,5 milioni di franchi il programma. Esso è rivolto ai rifugiati residenti in tutte le regioni linguistiche che frequentano formazioni di livello universitario, siano esse scuole universitarie, scuole universitarie professionali o scuole universitarie di pedagogia.
Gli obiettivi
Grazie a questa iniziativa si mira a contrastare la carenza di manodopera. I cinque progetti sostenuti, che comprendono anche corsi intensivi di lingua o un'introduzione al sistema svizzero di formazione superiore, preparano i partecipanti in modo mirato ad accedere a uno studio universitario. Le scuole universitarie in questione collaborano con i servizi cantonali addetti all'integrazione e con i dipartimenti cantonali dell'educazione.