
Si chiama ludopatia, ma molti la conoscono semplicemente sotto il nome di dipendenza da gioco d’azzardo. Secondo un’inchiesta di eGames, condotta da Dipendenze Svizzera e GREA (Gruppo Romando di Studio della Dipendenza) questo fenomeno è in forte crescita sul territorio elvetico.
I dati
Se nel 2018 si stimava il 2.3% di giocatori problematici, nel 2021 la cifra è arrivata al 5.2%. Un problema che è stato rafforzato dalla pandemia, ma anche dall’esplosione dell’offerta, dal marketing intensivo e dall’accessibilità illimitata a questo tipo di svago. Secondo lo studio, un giocatore medio ha tra i 18 e 29 anni e spende mensilmente all’incirca 162 franchi.
Comportamenti
La dipendenza da giochi d’azzardo nasce in modo subdolo, all’insaputa della persona, arrivando a creare una sensazione di bisogno necessario e incontrollabile. Per combattere questo problema è stata creata una campagna nazionale di sensibilizzazione sui social media e sul sito web Gambling-check.ch. “Più della metà della popolazione non conosce gli enti preposti e i servizi offerti, come la presa a carico delle persone e la consulenza”, spiega a Ticinonews Sara Palazzo, responsabile Gruppo Azzardo Ticino.
Una popolazione sempre più giovane
“La situazione è preoccupante. Nonostante le leggi in vigore, i blocchi dell’IP sono facili da oltrepassare”, spiega Palazzo. “In Ticino ci confrontiamo con una popolazione sempre più giovane che chiede aiuto. Spesso effettuano scommesse sportive o trading online”.
Una malattia presa sottogamba
Per quanto la dipendenza comportamentale dal gioco d’azzardo sia presente nel manuale diagnostico, “questa viene banalizzata dalla popolazione”. Le conseguenze sono quindi che le persone chiedono aiuto quando è tardi e “la situazione debitoria è grave”.