Il mondo agricolo è riunto oggi sulla Piazza federale a Berna per protestare contro le misure di risparmio della Confederazione. L'agricoltura non è responsabile e non deve sopportare il peso di una politica finanziaria mal concepita, affermano.
"È un'ingiustizia"
L'Unione svizzera dei contadini (USC), l'Unione svizzera delle donne contadine e rurali (USDCR) e la Commissione dei giovani contadini hanno unito le forze e in un comunicato affermano che "con le sue misure di riduzione dei costi, il Consiglio federale colpisce un settore che non è responsabile dei problemi, che sta facendo sempre di più e che è già vulnerabile". L'organizzazione di categoria critica il Consiglio federale vuole risparmiare sull'agricoltura per risanare le proprie finanze. Un'ingiustizia che aggrava ancor di più le condizioni di lavoro sempre più complicate nel settore, afferma l'USC. In base ai dati ufficiali, il salario medio dei gestori di aziende agricole è di appena 17 franchi all'ora e più dell'80% delle aziende agricole nelle regioni di montagna guadagna meno del salario di riferimento. A ciò si aggiunge la crescente pressione sui pagamenti diretti, sottolinea l'Unione dei contadini.
"Contrario all'etica"
"La misura è colma", ha dichiarato sulla Piazza federale il presidente dell'USC Markus Ritter. "Negli ultimi anni gli agricoltori hanno raddoppiato gli sforzi per soddisfare i requisiti di qualità, in particolare in termini di criteri biologici, senza essere compensati per queste prestazioni aggiuntive". Secondo Ritter, i tagli perciò equivalgono a un furto. E la Confederazione è chiamata a rivedere il suo piano, che il presidente dei contadini considera "contrario all'etica". Il 20 settembre, il Consiglio federale ha presentato un pacchetto di 60 misure di riduzione delle spese, per un ammontare complessivo di oltre 3 miliardi di franchi l'anno, elaborate in base al rapporto di un gruppo di esperti guidato da Serge Gaillard. Queste misure prevedono tagli per 210 milioni all'anno ai contributi per l'agricoltura. Sono previsti tagli in tutti i settori, con l'unica eccezione dell'esercito. La tensione nel mondo agricolo sta crescendo un po' ovunque. Dopo le proteste dei trattori in Francia, Germania e altrove in Europa, all'inizio dell'anno gli agricoltori svizzeri hanno lanciato a loro volta un movimento di protesta contro la politica agricola di Berna.