Costruzione
Gli operai edili approvano il nuovo contratto nazionale mantello
© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu
Il nuovo Contratto nazionale mantello introdurrà nell’edilizia semplificazioni nell’organizzazione dell’orario di lavoro e i salari effettivi verranno aumentati di 150 franchi dal 1° gennaio 2023. I salari minimi, invece, di 100.

I lavoratori edili delegati dei sindacati Unia e Syna hanno approvato oggi il risultato delle trattative per il nuovo contratto nazionale mantello (Cnm) per l'edilizia principale.

L’intesa a fine novembre

Il "sì" è arrivato durante le rispettive conferenze professionali dell'edilizia: quella dell'Unia a Berna in presenza di 150 delegati e quella del Syna a Olten (SO) con 55 delegati. I sindacati e la Società svizzera degli impresari costruttori (Ssic) avevano trovato un'intesa a fine novembre dopo nove tornate di trattative e una dura contrapposizione.

Aumenti salariali

Il nuovo Cnm introdurrà semplificazioni nell’organizzazione dell’orario di lavoro e miglioramenti “che aumenteranno l’attrattiva del settore”, si legge in un comunicato. I salari effettivi verranno aumentati di 150 franchi dal 1° gennaio 2023 e i salari minimi di 100 franchi. Diversi argomenti controversi come la limitazione del tempo di lavoro e di viaggio o la migliore protezione in caso di intemperie sono trattati nell’ambito di un gruppo di lavoro congiunto. Il nuovo Cnm è valido per tre anni.

“Il risultato di intense trattative”

Il risultato, si legge ancora, è frutto di intense trattative, durante le quali entrambe le parti “hanno dovuto fare qualche concessione”. Diversi lavoratori edili delegati hanno però espresso critiche e incomprensione rispetto al fatto che l’aumento salariale non sia maggiore, in considerazione dell'attuale boom dell'Edilizia e dell’aumento del costo della vita.  Molti di loro hanno inoltre sottolineato che la crescente pressione dovuta alle scadenze e ai ritmi di lavoro serrati continua a rappresentare un grosso problema sui cantieri. Si attendono dunque “ulteriori miglioramenti” e intendono impegnarsi “attivamente” in tal senso nell'ambito del gruppo di lavoro.

Il prossimo passo

 Il 13 gennaio 2023, l’assemblea dei delegati della Società svizzera degli impresari costruttori metterà al voto il risultato negoziale, dopodiché si saprà con certezza se il settore dell’Edilizia potrà contare su una soluzione negoziale e su un nuovo Cnm 2023-2025. Se i lavoratori edili avessero respinto il risultato negoziale o se lo facessero gli impresari costruttori il prossimo mese di gennaio, a partire da quel momento si entrerebbe in una situazione di vuoto contrattuale: i salari minimi e le condizioni di lavoro minime non sarebbero più regolamentati, il finanziamento del perfezionamento professionale non sarebbe più garantito e verrebbe a cadere il principio della pace del lavoro.  

 

 

 

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